A firma di Cecilia Marotta compare su GQ Italia la storia di Charlotte Rose che si racconta, fa riflettere, e in qualche modo sostiene la teoria di Disabili DOC.
Definirlo un tema caldo quello dell’assistente sessuale per i Disabili sembra quasi uno scontato gioco di parole per rendere più pruriginoso l’argomento. Non è così.
Cecilia Marotta firma un bellissimo articolo per GQ Italia dal titolo «Charlotte Rose, la escort dei disabili» e racconta il percorso professionale di Charlotte.
La sensibilità di Cecilia Marotta si percepisce, scivola solo su un dettaglio: condizionata dalla storia non tiene conto che vi sono molteplici situazioni che conducono alla disabilità sin dalla nascita e che quindi vi sono Disabili che non debbono tornare alla vita sessuale ma che semplicemente vi debbono giungere per la prima volta.
Questo è forse l’aspetto più drammatico e crudele, ossia quello che vede persone obbligate a vivere tutta una vita senza gustare quei piaceri sessuali che oltre ad essere tali sono esattamente una necessità fisiologica di ogni essere umano uomo o donna che sia e che in loro assenza si può pensare di essere degli involucri difettosi e rifiutati mentre in quegli involucri c’è la voglia di condividere, anche solo per una ora, la normalità di un corpo e un cuore che pulsano.
Non solo, Cecilia Marotta è coraggiosa e va ben oltre con una chiosa che dichiara una verità negata: l’Italia – e forse non solo l’Italia – è fra le patrie dell’incesto terapeutico.
Con tutto il rispetto che noi poveri umani possiamo avere dobbiamo guardare con attenzione a quelle realtà che non hanno via di uscita se non consumare all’interno delle mura domestiche un peccato ben più grande di quello che non sarebbe condurre il proprio figlio o la propria figlia fra le braccia di una persona che, facendo il suo mestiere, desse felicità ad un corpo abbandonato o mai raggiunto dagli affetti.Parliamo però adesso di Charlotte Rose, escort professionista che ha guardato al D-Mercato come fonte di reddito e forse come fonte di clientela più “umana” ed educata rispetto a chi pensa di potersi permettere ogni tipo di comportamento a fronte del fatto che semplicemente paga.
Nell’articolo emerge il concetto di orgasmo personalizzato. Certamente a fronte di specifici deficit vi sono specifiche necessità. Non dimentichiamo però che ogni essere umano ha modi propri per trovare piacere. Alla base c’è comunque un rapporto che, per quanto non mi piaccia, bisogna definire carnale quando invece è anche un rapporto di corpi che coinvolgono la sfera intellettiva e comportamentale.
Questo emerge dall’intervista rilasciata da Charlotte Rose che sulle pagine di GQ Italia dichiara:
Lavorare sulla componente emozionale del rapporto può essere duro per una sex workers ma in questi casi stabilisci con i clienti una connessione emotiva molto forte. Impari a conoscerli e noti come il loro stato d’animo peggiori con il progredire della malattia. E allo stesso tempo vedi come la riscoperta della sessualità giovi alla loro condizione.
Charlotte Rose giunge al momento attuale anche attraverso la propria iscrizione al registro della TLC Trust che è l’Associazione inglese impegnata a tutelare i diritti dei Disabili e che fra i vari compiti ha quello di mettere in relazione il Disabile con un portfolio di escort disposte a frequentare clienti Disabili, appunto, anche per programmi di riabilitazione sessuale.
Disabili DOC, in un precedente articolo – «No alla prostituzione, si agli assistenti sessuali per Disabili?» – parlò dell’assistente sessuale di cui si sta discutendo in Italia partendo dalla terra toscana. Noi provocatoriamente esprimemmo forti perplessità sul come viene visto in Italia il possibile e futuro assistente sessuale.
In quell’occasione si disse, non provocatoriamente, che forse sarebbe meglio mettere nelle condizioni i Disabili nel frequentare in maniera legale la prostituzione sottintendendo anche che è necessario individuare il soggetto, maschio o femmina, in grado di offrire un servizio serio e rispettoso della particolare situazione.
Gli inglesi confermano la teoria di Disabili DOC. Infatti il TLC Trust è un database di persone che accetteranno sicuramente il cliente Disabile e che sapranno affrontarlo con serietà, rispetto, delicatezza e il sapere necessario per farlo giungere laddove tutti voglio arrivare: all’orgasmo.
Gli inglesi hanno quindi capito che sarebbe sciocco, e quindi inutile, formare delle persone che per mestiere e scelta di vita non sono forse completamente disposte ad accarezzare il nostro corpo anche perché, sappiamo bene, che le carezze non ci basterebbero …
In Inghilterra però la prostituzione è legale, cosa che invece non è in Italia.
Il problema a questo punto torna ad essere l’ipocrisia italiana firmata da una parte di mondo politico, da una parte di giornalisti, da una parte del mondo femminile, e da tutte quelle realtà che per facciata debbono condannare la prostituzione mentre un tempo non solo la tolleravano ma la proponevano come un decompressore sociale: ossia uno strumento per ridurre il potenziale violento dell’essere umano.
Io, Carlo Filippo Follis, credo di avere una moralità sufficiente a definirmi civile e sono anche decisamente credente. Non riesco però a capire i falsi moralisti, quelli che credono che legalizzare la prostituzione sia una mancanza di rispetto nei confronti della donna e un abbassamento della qualità della nostra società.
Forse non si considera che legalizzare la prostituzione vorrebbe dire liberare molte donne dalla schiavitù della illegalità, perché solitamente quando si agisce nella illegalità la gestione finisce nelle mani della criminalità organizzata o comunque il rischio è maggiore.
È ora di smettere di vedere povere ragazze accompagnate al tal paracarro e li abbandonate per tutto il giorno a mangiar polvere in attesa che un cliente si fermi. Questo è indecente, come è anche indecente sommare questa situazione alla disgrazia per un Disabile di non poter raggiungere il mercato del piacere.
Non dimentichiamo che vi sono state innumerevoli interviste televisive, e non, durante le quali la donna e l’uomo dediti a prostituzione hanno semplicemente dichiarato che nessun altro lavoro gli avrebbe dato così tanto in così poco tempo e con poca fatica; quindi non è sempre vero che sono gli altri a obbligare alla professione della prostituzione o quanto meno questa verità si riduce tanto più aumenta la possibilità di scegliere ciò che vogliamo fare: quindi nell’agire legale e non in una condizione di ricatto o schiavitù.Se vogliamo creare una nuova visone di una società che rappresenta un grande paese – l’Italia – iniziamo a guardare a soluzioni che siano nazionali, coerenti, attuabili e fruibili da tutti.
Cerchiamo anche di non alimentare professionalità che comunque non creerebbero reddito per la nazione – l’assistenze sessuale dell’ASL – mentre invece potrebbe giungere dalla prostituzione legalizzata un gettito fiscale faraonico in grado di arricchire le casse di uno Stato che ha bisogno di liquidità.
Nell’articolo già pubblicato si fece cenno, per dovere storico, alle Pagine Gialle. Auguriamoci che presto si possa sostituire l’incesto terapeutico – che fortunatamente non viene esercitato in tutte le famiglie dei Disabili – dalla possibilità di collegarsi ad un sito Web per vedere chi, vicino a noi, potrebbe rispondere alle nostre necessità.
Torneremo sicuramente sull’argomento perché è forse uno dei maggiormente tristi, delicati e importanti di chi ha il diritto di vivere e non di sopravvivere: i Disabili.
Grazie a Cecilia Marotta, grazie a GQ Italia, grazie a Charlotte Rose e grazie a chi vorrà capire.
Image Credits: Dailystar.co.uk, Exeterexpressandecho.co.uk, Twimovies.com
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