Negli ultimi giorni abbiamo assistito a notizie televisive che interessavano differenti Disabili gravati da differenti problematiche. Questo articolo vuole solo proporvi alcune riflessioni.
Non si parla molto di Disabili in TV. Però vi sono programmi da sempre più vicini al nostro D-Mondo. Poi ci sono quei fattacci che finiscono nei TG e che raccontano un evento capitato allo sfortunato o alla sfortunata Disabile di turno.
Le riflessioni di oggi si basano su tre storie. Le prime due raccontate nell’ultima puntata de Le Iene mentre l’ultima notizia l’abbiamo sentita dare dal TG5. Partiamo da quest’ultima.
Ragazza Disabile maltrattata da alcuni compagni di scuola
Qualche giorno fa è successo che una ragazza Disabile venisse presa a calci e sputi in classe. La notizia ha creato il solito clamore mediatico ed è apparso un servizio dove tutti si indignavano per l’accaduto.
Premesso che ciò che è capitato è frutto di un’azione stupida messa in atto da persone altrettanto stupide che sicuramente non hanno ancora imparato dalla frequentazione scolastica il saper vivere le buone maniere, bisogna anche capire due cose: per quanto siano stupide le azioni dei giovani per definizione da giovani si fanno azioni stupide che non sempre vengono ragionate. Cosa invece più grave è che il potenziale dei giovani oggi nell’essere stupidi è supportato dalla non intelligenza degli adulti.
Nel video si vedeva il Sindaco del paese che con la massima indignazione chiedeva a gran voce una risposta al Ministro dell’Istruzione.
Facciamola finita con queste retoriche che non portano a niente e spieghiamo perché in un video girato da un compagno di classe si vede un docente che è spettatore passivo dell’evento.
Il problema sta nell’aver delegittimato, sentenza dopo sentenza, la maestra delle elementari, i professori delle medie e delle medie superiori. Tutti gli insegnanti una volta avevano il ruolo indiscutibile di educatori. Affiancavano i genitori nell’educare i figli e i genitori affiancavano i docenti nella loro opera. Esisteva una sana complicità a tutela di quella che era la formazione del bambino o del loro ragazzo.
Negli ultimi anni invece abbiamo assistito a situazioni incredibili di insegnanti finiti in galera per aver fatto il proprio mestiere. A memoria, senza fare tante ricerche, ricordo l’episodio di una insegnante che venne condannata a due mesi e mezzo di galera perché fece scrivere 100 volte all’alunno «Sono cretino» o frase simile.
L’obbligo a scrivere quella frase giunse dopo un’azione indegna del ragazzo nei confronti di un suo compagno o compagna che fosse.
Che lo capiate oppure no, che lo vogliate accettare oppure no, cercate di capire che un insegnante non tutelerà più i vostri figli se voi genitori fate finire in galera la sua categoria!
I colpevoli di quell’episodio non sono i ragazzi e non bisogna neanche disturbare il Ministro dell’Istruzione con scartoffie che lo obbligherebbero a perdere del tempo inutilmente. Il problema siete voi genitori che, spalleggiati da una magistratura che giudica in maniera bizzarra certi eventi, avete defraudato un’istituzione – la scuola – dalla sua peculiarità di base: educare.
Se siete quindi i genitori di quella ragazza Disabile andate a chiedere il perché di simili comportamenti a quei genitori e a quei giudici che con le loro azioni hanno privato i docenti della voglia e della capacità di agire per prevenire o bloccare certi episodi.
I servizi proposti da Le Iene
Gigino è un Disabile con deficit psichici che da anni si è inserito nel tessuto della propria comunità attraverso lo svolgimento di piccoli lavoretti e cortesie ai commercianti del paese. Un giorno viene pizzicato dalla Guardia di Finanza all’uscita di un esercizio commerciale senza scontrino per quel panino che aveva ricevuto in dono da quell’esercente che tutti i giorni gli offre quel gesto per dare valore a un quotidiano impegno.
La GdF multa l’esercente perché obbligato a rilasciare scontrino fiscale. Sebbene questo episodio sia oggettivamente grave per l’esercente bisogna accettare che la legge è uguale per tutti, quindi se un bene esce da un esercizio deve avere il proprio scontrino fiscale.
C’è però da chiedersi – e lo hanno fatto anche Le Iene – se a fronte di una così particolare situazione non possa vigere anche il buon senso a supporto di quelle normative che noi tutti vogliamo e dobbiamo rispettare.
In Italia il singolo è spesso il grande protagonista di come si può trasformare una situazione da assurda in gestibile e accettabile. Questa volta il singolo non ha agito in questi termini limitandosi a un dovere burocratico che tiene conto del fatto che la legge è uguale per tutti ma che non tiene conto che non tutti sono “uguali”.
Il secondo servizio invece raccontava la storia a lieto fine di un Disabile invalido al 100% rimasto senza casa e senza la possibilità, non spiegata, di non poter seguire la propria compagnia a casa della figlia. Quest’uomo già di una certa età ha vissuto per dei giorni nella propria automobile parcheggiata difronte allo stabile dal quale era stato fatto sgombrare.
Il Sindaco di Roma, con assoluta tempestività, ha provveduto a trovargli una sistemazione temporanea per dargli immediatamente un tetto.
Ancora una volta un programma televisivo ha fatto quello che dovevano fare i servizi sociali. Se da una parte ci complimentiamo non a due ma a quattro mani con Le Iene ci chiediamo però anche cosa succederebbe se mancassero loro e tutti gli altri programmi televisivi che si occupano di casi limite.
Le Iene, Striscia la Notizia e tutti gli altri programmi che si prendono a cuore storie di questo tipo fanno un po’ il mestiere di tutte quelle Associazioni che sul territorio nazionale si sostituiscono alla presenza di uno stato che non c’è e che manca anche perché non vi sono le normative giuste.
Non me ne voglia la categoria, Disabili Doc ha un rispetto assoluto di tutti i liberi professionisti, ma i danni che hanno fatto gli Psicologi negli ultimi 30 anni è incredibile tanto quanto è incredibile che nessuno operi nella direzione di un cambiamento radicale e costruttivo. L’errore e stato teorizzare sulla base di ciò che non c’era e di ciò che ad oggi non c’è ancora.
Il problema non è lo Psicologo quanto piuttosto lo strumento che la propria teoria può mettere nelle mani di un esercizio politico, amministrativo e sociale dai risultati devastanti.
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