Intervista al Dott. Giovanni Ambrosetto relativamente all’uso della cannabis a scopo terapeutico.
Dopo un intervento al cervello subito nel febbraio del 2010 per asportare un angioma cavernoso congenito, come effetto collaterale, oltre all’emiparesi spastica, soffro di crisi epilettiche, che cerco di tenere a bada con i farmaci. Nonostante un primo periodo, in cui i medici mi somministrano un dosaggio standard di Tolep, come terapia di routine dopo qualsiasi operazione al cranio, nell’arco di pochi mesi vengo ricoverata d’urgenza per due crisi epilettiche generalizzate.
Inizialmente decidono di aumentare le dosi, ma in seguito a un consulto neurologico e a vari esami stabiliscono di cambiarmi la terapia. A causa di un’insufficienza di sodio nel sangue (iponatriemia) passo così dal Tolep al Tegretol, variando anche i dosaggi dell’anti-epilettico. Alcuni dei sintomi collaterali di tale carenza sono allucinazioni, convulsioni, crampi muscolari, debolezza, ipotensione, perdita temporanea della memoria, rallentamento dei riflessi, sonnolenza fino a portare al coma.
Purtroppo anche col nuovo farmaco, a metà agosto, mi ritrovo in piena crisi epilettica generalizzata, anzi rischio di rimanere soffocata, perché col tempo percepisco con un minimo d’anticipo la sintomatologia e cerco di prendere la pastiglia, che rimane bloccata a metà della laringe. I medici, a questo punto, mi aggiungono un altro anti-epilettico il Keppra, con dosaggi complessivi di 2800 milligrammi (800 di Tegretol e ben 2000 di quest’ultimo).
Di mia iniziativa, curiosando in internet, intraprendo alcuni controlli per eventuali allergie, visto che le crisi epilettiche sembra avessero una correlazione diretta rispetto agli alimenti assunti. Da maggio 2011 inizio una dieta rigida, senza lattosio, niente pietanze contenenti nichel, in particolare frutta e verdura, nessun legume, sostituisco il grano col kamut e l’olio d’oliva con l’olio di girasole e bandisco i cibi lievitati.
Inizio così a pensare seriamente che è meglio documentarsi sui farmaci anti epilettici, sia per una questione relativa alla salute sia per comprendere se esistano terapie alternative non convenzionali.
Scopro, quindi, che al posto di tanti farmaci, in alcuni casi è possibile utilizzare la cannabis terapeutica, che ha meno controindicazioni e mi documento sui potenziali campi di applicazione che vanno dalla chemioterapia (contro nausea e vomito) all’AIDS (per stimolare l’appetito), dalla sclerosi multipla alla terapia del dolore, dall’epilessia ad altre malattie neurovegetative.
Decido di intervistare personalmente il dottor Giovanni Ambrosetto del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Bologna, nonché membro del Comitato scientifico dell’ACT (Associazione Cannabis Terapeutica), di cui potete ascoltare l’intera intervista.
Inoltre a novembre 2014 organizzo presso l’Associazione Confluenze di Senigallia una serata dedicata interamente alla canapa, da un punto di vista alimentare, edilizio e sanitario e per questo contatto Alberto Sciolari dell’Associazione Pazienti impazienti cannabis che mi aggiorna sulle proposte di legge per rendere legale anche in Italia la coltivazione e l’utilizzo della canapa per scopi terapeutici.
Infine, quest’anno partecipo alla 3 giorni di Bologna dedicati alla pianta della marijuana e alle sue applicazioni: IndicaSativa Trade.
Senza voler entrare nello specifico, parlando di TCH e CBD, i principi attivi che rendono la sostanza psicoattiva e, quindi, in grado di migliorare la qualità della vita a molti pazienti di tipo neurologico, vorrei porre l’attenzione del lettore su due questioni fondamentali.
La prima è legata all’enorme difficoltà di abbattere pregiudizi circa l’idea che chi fa uso di cannabis per scopi curativi possa diventare un tossicodipendente. Non è per caso che la dipendenza dai farmaci sia molto più facile e socialmente accettata, soprattutto in pazienti cronici?
Il secondo fattore è che l’utilizzo della marijuana non è ben visto dalle grandi lobby delle industrie farmaceutiche, perché ha un campo d’azione maggiore rispetto ad ogni singola medicina e, quindi, porterebbe via dal mercato una quantità considerevole di clienti effettivi e potenziali.
Per avere ulteriori informazioni in merito, oltre ai siti che cito nell’articolo, seguite la Coalizione europea per le politiche sulle droghe giuste ed efficaci (ENCOD), dove potete leggere gli aggiornamenti relativi alla cannabis terapeutica.
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