La proposta di Maximilian Ulivieri sugli Assistenti Sessuali rimane depositata in Parlamento ma per il momento non si trasforma in legge.
Max Ulivieri conduce da tempo una battaglia che vorrebbe istituire la figura dell’Assistente Sessuale anche in Italia. Nasce così un’Associazione e diventano numerosi i seguaci di un progetto che aiuterebbe molti Disabili a conoscere se stessi e non avere vergogna del proprio corpo nell’ambito di una vita intima che lo coinvolgerebbe con un’altra.
Max Ulivieri si è così espresso: «Se devi lavarti ti aiutano a farlo e così pure se devi salire in macchina. Ma se devi masturbarti e non ce la fai le cose, si sa, cambiano…».
Il concetto che esprime Max è semplicemente quello che vede il Disabile sommerso da tutti quegli aiuti che risultano, agli occhi dei più, primari. Tutti ci soffiamo il naso per cui tutti aiuteremo un Disabile a soffiarsi il naso, tutti mangiamo quindi tutti aiuteremo un Disabile a mangiare, tutti dobbiamo espletare necessità di carattere corporeo – evacuative – quindi quasi tutti aiuteremo un Disabile a liberarsi, quasi tutti hanno una vita sessuale ma nessuno pensa di aiutare un Disabile a vivere la propria.
Disabili DOC vede con simpatia l’impegno di Max Ulivieri sebbene ritenga che il progetto sia stato pensato in forma incompleta. Il motivo che la legge sugli Assistenti Sessuali rimanga al palo è determinato dal fatto che lo Stato italiano difficilmente legifererà in tal senso sia per cultura sia per oggettive carenze finanziarie.
Il problema a nostro avviso dovrebbe essere affrontato più alla radice tenendo anche presente che dopo aver educato alla vita sessuale il Disabile bisogna garantirgli la possibilità di esercitarla. Gli Assistenti Sessuali non possono, ne in Italia ne all’estero, garantire la seconda fase. Per quanto legittimo sia il progetto porta con se una contraddizione di termini che vive nella cultura di un paese che è l’Italia. Il rischio che gli Assistenti Sessuali diventino realtà è che si creino delle forme di crudeltà per le quali, come detto prima, non si potranno esercitare le arti apprese.
Speriamo che vi sia un’apertura in tal senso ma che si modifichi radicalmente l’ambito all’interno del quale potrebbe diventare legge una normativa in gran parte non applicabile e comunque non destinata a tutti i soggetti Disabili.
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