Sara Morandini 19 anni ad agosto, ha raccontato attraverso un’esposizione di pensieri e fotografie il coraggio con cui, nel tunnel oscuro della malattia, si è aggrappata alla vita.
Fonte – In una mostra ha raccontato il coraggio con cui, nel tunnel oscuro della malattia, si è aggrappata alla vita. La giovane rovatese Sara Morandini, che compirà 19 anni ad agosto, ha realizzato un’esposizione di pensieri e fotografie nel salone d’ingresso del Centro “Spalenza-Fondazione Don Gnocchi” di Rovato (Bs), dove sta seguendo un percorso di riabilitazione. Il titolo della mostra “C’era una volta…”, riporta all’inizio di una storia dolorosa e toccante.
«C’era una volta una ragazza circondata da tanti amici, occupata tra i banchi di scuola, lo sport, sana e senza alcun problema – ha scritto Sara –. Ad un tratto, il mondo le crolla addosso: nel maggio 2013 le è stato diagnosticato un tumore al cervelletto. La rabbia, lo sconforto e soprattutto la paura l’hanno pervasa. Il dolore che prova è indescrivibile, una sofferenza che le trapassa il cuore».
Sara, però, non si è arresa. Si è anzi aggrappata all’unica certezza che aveva: la vita. «Solo io so quello che ha provato quella ragazza… Quella ragazza sono io: Sara. Con questa mostra voglio aiutarmi e aiutarvi ad affrontare il male che ci colpisce…».
In esposizione ci sono tre fotografie, il testo della canzone “Ho conosciuto il dolore” di Roberto Vecchioni e alcuni pensieri che condensano la tenace battaglia della giovane rovatese e diventano messaggi di speranza per chi soffre.
«Anche se è difficile, la cura più potente è il sorriso. Perciò non perderlo per nessuna ragione – ha scritto Sara –. Il dolore non durerà per sempre, non lasciate che si prenda il meglio di voi».
La mostra, visitabile fino a fine agosto, è parte integrante del percorso di riabilitazione a cui si sta sottoponendo la giovane.
«È la seconda mostra di questo tipo che ospitiamo – ha sottolineato il responsabile della struttura, Alberto Rotondi –. L’idea è nata dai terapisti occupazionali e rappresenta la tappa finale del percorso riabilitativo dei pazienti. L’iniziativa ha portato grande soddisfazione in chi l’ha allestita e nelle persone vicine ed è un modo semplice e molto diretto per raccontare una delle attività che vengono fatte nel nostro Centro. Da un’iniziativa sperimentale, come in questi casi, potrebbe nascere un percorso codificato».
Partecipa
Commenti su Facebook
Commenta tramite Google+
Powered by Google+ Comments