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#DSetup / Parte 15ª / VIDEO / KPP – KeyPhonePad – l’accessorio che manca(va)!

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Quando una periferica o accessorio manca, potendo, lo si pensa e poi si realizza. È quello che è capitato per il KPP – KeyPhonePad – che potrebbe evolversi per diventare un più tecnologico supporto smart per smartphone e tablet.

Essere Disabili significa avere particolari necessità, potranno variare da soggetto a soggetto, ma questa è una indiscutibile realtà. Un’altra grande verità è che le soluzioni più opportune ed efficienti possono essere pensate, o quantomeno messe a punto, solo dai diretti interessati: i Disabili.

Se oggi la tecnologia ci offre molte soluzioni smart e non, in passato c’era pressoché il nulla; la prima soluzione che pensai risale al 1984 e ne ho parlato nell’articolo «#DSetup / Parte 6ª / 1984: quando le periferiche non esistevano il genio del Disabile le creava».
L’intero progetto D-Setup analizza soluzioni utili ai Disabili, ma comode per tutti. Un prodotto pensato per il D-Setup è stato anche un porta Hub descritto in quest’altro articolo «#DSetup / Parte 10ª / VIDEO / Due amici creano il porta Hub USB da scrivania per una maggiore autonomia dei Disabili».

Da anni, però, avevo l’esigenza di un prodotto che non esisteva, ma il cui principio era già stato affrontato, abbozzato, da importanti realtà come Logitech.

L’idea della Logitech K780

Osservate l’immagine che segue e comprenderete come Logitech rilevò l’esigenza di molti utenti di avere difronte alla tastiera smartphone e tablet, adeguatamente inclinati, sui quali scrivere ed agire comodamente.

Cosa mi fece desistere dall’adottare una soluzione già pronta e anche multi device?

Disabili DOC – Questa immagine di Logitech mostra la tastiera K780 pensata per ospitare smartphone e tablet

Questa immagine di Logitech mostra la tastiera K780 pensata per ospitare smartphone e tablet.

Se non fossi stato Disabile avrei certamente acquistato la K780, ma per me, Disabile distonico, la K780 aveva due grossi e insormontabili talloni d’Achille:

  1. Il tipo di alimentazione
    La tastiera è alimentata tramite due pile tipo AAA. Sebbene la durata sia circa di un anno può capitare che si scarichino proprio quando non si hanno aiuti per sostituirle.
    Mentre invece una tastiera come la Logitech MX Keys for Mac la si ricarica via cavo USB-C collegato – nel mio caso – a un alimentatore inserito in una presa smart, basta quindi dire «Alexa, accendi tastiera» per continuare o tornare a essere operativi.
  2. La leggerezza
    875 grammi di tastiera non mi avrebbero garantito quella stabilita anti rotazione e ribaltamento causate da mani distoniche e incerte.
    Provate a immaginare un iPhone X già appoggiato sulla K780 e un iPad Pro da 12,9″ che gli dovrebe “atterrare” accanto con il suo peso di 682/684 grammi e una base – a seconda dell’orientamento – di 214,9 o 280,6 millimetri.
    Sarebbe stato semplice far danni.

A questi due problemi se ne sarebbe aggiunto un altro invece risolto dal KeyPhonePad: non avrei avuto la base di ricarica wireless per l’iPhone.

Le origine del KeyPhonePad

Disabili DOC – Simone Brunero – di Falegnameria Brunero – artefice della struttura in legno massello del KeyPhonePad

Simone Brunero – di Falegnameria Brunero – artefice della struttura in legno massello del KeyPhonePad.

Erano almeno due o tre anni che “elemosinavo” – mai termine fu più appropriato – l’aiuto di qualcuno per realizzare ciò che oggi è il KeyPhonePad: una sorta di stand per smartphone e tablet pensato per essere comodo, completo, solido e stabile.

La scorsa estate diedi vita al progetto D-Setup e Simone era spesso a casa mia per mille piccole necessità descritte nei vari articoli del progetto.

Un giorno, per caso, gli parlai di una necessità più impegnativa ed egli mi disse: «Se vuoi, ci posso provare io!»

Iniziò così la fase di progettazione che portò a immaginare come realizzare il manufatto senza troppi compromessi, ma in linea con le tecniche lavorative di un Maestro artigiano che lavora il legno per prodotti certamente molto diversi dal KeyPhonePad.

Impiegammo molto più tempo del previsto, ma affinammo anche determinate scelte per far si che il KeyPhonePad fosse, una volta ultimato, un prodotto in grado di essere aperto ad ampliamenti per la connessione di futuri elementi accessori.

Il progetto si sviluppò tanto da coinvolgere altri amici e conoscenti:

  • Mio cugino Ing. Felice con l’amico Daniele
    Insieme disegnarono e prototiparono i portapenne che sarebbero stati poi realizzati tramite stampa 3D.
    Mio cugino realizzò anche i disegni in 3D degli elementi che sarebbero poi stati torniti.
  • L’amico Silvano
    Realizzò i primi campioni che avrebbero supportato il cuscinetto a sfera.
  • L’amico Sergio Ferrari di P.Lion e il suo conoscente Massimo Vaudano di Interquattro S.r.l.
    L’amico Sergio scandagliò le sue conoscenze tanto da trovare e coinvolgere il Sig. Massimo Vaudano che realizzò i pezzi in tornitura, quelli definitivi.
  • L’amico Eraldo
    Realizzò invece due staffe di fissaggio in metallo.

A tutte queste persone, amici e conoscenti, va la mia gratitudine non solo per la loro disponibilità, ma anche per l’aspetto di supporto pro bono offertomi che ebbe il buon profumo della partecipazione, Grazie quindi a tutti Voi!

Ora però iniziamo a scoprire le varie caratteristiche del KeyPhonePad.

Alla scoperta di KeyPhonePad

Attraverso le immagini che seguono, spero di svelarvi le molte peculiarità di un prodotto che meriterebbe di evolvere e diventare più “Tech & Smart”.

Vista lato tastiera

L’immagine che segue vi mostra il KeyPhonePad frontalmente tramite una veduta abbastanza aerea da evidenziare molti particolari. Volendo analizzare il KeyPhonePad a blocchi, notate il corpo centrale destinato all’iPad a all’iPhone con la sua base di ricarica wireless che gli fa da schienale di supporto, su entrambi i lati vi sono delle basi che sorreggono due portapenne, le stesse basi ospitano quattro radici d’ottone che permettono di ancorare al KeyPhonePad moduli accessori aggiuntivi come il porta Shelly Button 1 collocato sulla destra.

L’insieme è un grosso “monolite” in legno massello fresato e assemblato, solamente i portapenne e il porta Shelly Button 1 sono stampati in 3D ed il materiale è nylon di colore nero opaco.

Disabili DOC – Vista globale, lato operatore, del KeyPhonePad

Vista globale, lato operatore, del KeyPhonePad.

Disabili DOC – La mano di Simone ci mostra una delle due barrette di fissaggio del KeyPhonePad alla scrivania

La mano di Simone ci mostra una delle due barrette di fissaggio del KeyPhonePad alla scrivania.

Sebbene questo mastodontico stand abbia un certo peso, ho fatto la scelta di ancorarlo alla scrivania tramite due barrette metalliche come quella visibile in foto nella mano di Simone.

Nella stessa immagine, se non li ricordate dalla lettura dei precedenti articoli, potete notare uno dei piccoli, ma utili, fori passacavi destinati al passaggio del cavo della tastiera e ad altri cavi di prodotti sempre prossimi alla tastiera stessa.
Grazie a due di questi passacavi la barretta metallica non è stata avvitata alla scrivania rovinandola, ma semplicemente ne afferra lo spessore diventando un elemento anti ribaltamento.

Questa soluzione ci ha risparmiato un’estensione del basamento che nella parte posteriore avrebbe comunque occupato una parte di scrivania.

Sebbene io non abbia avuto interesse a realizzarlo, il progetto KeyPhonePad prevede una soluzione stabile ma priva di ancoraggi e quindi adatta a tutte le scrivanie.

Disabili DOC – Dettaglio del “portico passacavi” del KeyPhonePad, notate il cavo USB-C a pipa che alimenta la MX Keys for Mac di Logitech

Dettaglio del “portico passacavi” del KeyPhonePad, notate il cavo USB-C a pipa che alimenta la MX Keys for Mac di Logitech.

Un importante dettaglio del KeyPhonePad è quello che io definisco come “portico passacavi”.

Questo non è solamente utile per la mia scrivania che nacque prevedendo l’esigenza di non avere cavi che corressero in superficie, lo sarebbe anche con una scrivania normale e, in questo caso, il portico passacavi avrebbe comunque il compito di mantenere ordinati i varI cavi utili a tastiera, base di ricarica wireless, iPad vari etc.

In un’ottica evolutiva, tecnologica e smart, del KeyPhonePad vi sarebbe un unico cavo, massimo due, direttamente collegati al KeyPhonePad che poi servirebbe con suoi cavi e/o prese le esigenze di tutti i dispositivi ospitati o semplicemente connessi.

Forse, in un prossimo articolo, vi svelerò come dovrebbe essere la variante “Tech & Smart” del KeyPhonePad.

Vista lato posteriore

In questo caso l’immagine parla da sola. Pur tuttavia notate sulla destra il blocco porta base ricarica wireless che non è solidale con l’intera struttura perché, un domani, potrebbe essere necessario crearne uno diverso per ospitare una differente o rinnovata base di ricarica.

Avrete anche notato come il KeyPhonePad preveda tre stalli per iPad con tre inclinazioni differenti. La più bassa è semplicemente una posizione per mettere a riposo, in garage, o sotto carica un iPad; mentre invece la posizione mediana potrebbe tornare utile a chi ha una scrivania standard (molto bassa) e gradisce una maggiore inclinazione dell’iPad.

Nell’articolo dedicato all’evoluzione del KeyPhonePad vedremo come sarebbero unificabili queste due differenti posizioni per iPad (tablet) senza però dimenticarci di quella per l’iPhone (smartphone).

Disabili DOC – Il KeyPhonePad visto dal lato posteriore

Il KeyPhonePad visto dal lato posteriore.

Non solo legno

Disabili DOC – Gli elementi accessori della base in legno del KeyPhonePad, elementi torniti e cuscinetti a sfera

Gli elementi accessori della base in legno del KeyPhonePad, elementi torniti e cuscinetti a sfera.

Per completare egregiamente il KeyPhonePad da un punto di vista funzionale erano necessari elementi metallici di vario tipo.
Guardando l’immagine precedente, da sinistra, potete notare: due elementi torniti in ottone aventi il compito di ospitare il cuscinetto a sfera che sarà quindi collocato a vite, M4, sul supporto del portapenne e l’immagine mostra anche il cuscinetto a sfera già abbinato ai predetti elementi mentre invece, gli ultimi a destra, sono le radici montate sotto i supporti dei portapenne e deputate all’ancoraggio ad incastro dei moduli accessori aggiuntivi.

Le immagini che seguono mostrano nel dettaglio l’utilizzo degli elementi appena descritti.

Disabili DOC – Vista del supporto del portapenne che evidenzia il cuscinetto a sfera e relativo elemento di fissaggio nonché le quattro radici per l'ancoraggio di moduli aggiuntivi

Vista del supporto del portapenne che evidenzia il cuscinetto a sfera e relativo elemento di fissaggio nonché le quattro radici per l’ancoraggio di moduli aggiuntivi.

Disabili DOC – Dettaglio di una delle quattro radici in ottone pensate per l'ancoraggio di moduli aggiuntivi

Dettaglio di una delle quattro radici in ottone pensate per l’ancoraggio di moduli aggiuntivi.

Un portapenne di design e utilità

Questo portapenne che potremmo definire di design non ha il profumo di ausilio per Disabili perché semplicemente non lo è. È piuttosto un portapenne insolito che vi consente di avere quattro differenti gradi di inclinazione per penna o pennarello che sia.

Disabili DOC – Il portapenne è diviso in quattro quarti per consentire, grazie a tre incavi di diversa profondità, ben quattro differenti inclinazioni delle penne o pennarelli

Il portapenne è diviso in quattro quarti per consentire, grazie a tre incavi di diversa profondità, ben quattro differenti inclinazioni delle penne o pennarelli. Per un errore di posa le due immagini centrali non sembrano evidenziare alcuna differenza, ma c’è.

Se però sei Disabile e hai la necessità di afferrare meglio ciò che usi, con le mani o con la bocca, sarà comodo poter gestire una differente inclinazione della penna o pennarello.
Inoltre il portapenne, essendo solidale con l’intera struttura, risulterà non rovesciabile.

Fuori da questo contesto di Disabili e disabilità, un simile portapenne poteva semplicemente suscitare esclamazioni come «Originale», «Però, utile!» o «Che cagata!» che spesso si spendono difronte a un oggetto di design manifestando più che legittimi gusti personali.

Vista laterale

Osservate bene l’immagine perché la descrizione che seguirà vi illustrerà alcuni accorgimenti interessanti e applicazioni attuabili anche senza l’uso del KeyPhonePad.

Disabili DOC – Il KeyPhonePad visto di profilo

Il KeyPhonePad visto di profilo.

Partiamo dai cavi. Uno nero va all’iPad Pro e due argentati sono destinati all’iPad. Vi è poi un cavo nero che alimenta lo Shelly Button 1 e uno non visibile che alimenta la base di ricarica wireless dell’iPhone X.

I cavi, sempre connessi, dell’iPhone (base di ricarica), degli iPad e dello Shelly Button 1 sono cavi di alimentazione. Se quello dello Shelly Button 1 e costantemente sotto tensione, gli altri lo sono solo quando un’Automazione di Comandi Rapidi richiederà la ricarica per il dispositivo la cui batteria è scesa al 20%.

Quindi perché, per esempio, all’iPad sono dedicati due cavi?
Sia gli iPhone che gli iPad, da anni, possono connettersi e operare con il Mac via Wi-Fi; tuttavia può capitare che la connessione Wi-Fi si perda e che sia richiesto un nuovo abbinamento via USB o che sia richiesta tale connessione per altri scopi.
In questo caso si staccherà il cavo di alimentazione connesso all’iPhone per agganciarlo al frutto magnetico libero presente sul sostegno in legno, ora basterà sganciare il cavo che era ancorato al secondo frutto del supporto del KeyPhonePad per collegarlo all’iPad ristabilendo così la connessione USB con il Mac.

Risulta quindi più agevole maneggiare dei cavi sospesi in prossimità del dispositivo al quale andranno collegati anziché averli appoggiati sulla scrivania magari disordinatamente.

Ecco perché due dei supporti per gli iPad ospitano prese Micro USB nelle quali sono stati innestati quei frutti, Micro USB appunto, poco in uso nel panorama Apple e quindi sacrificabili per una funzione più passiva ma pur sempre utile.

Chi di voi è un acuto osservatore avrà notato che all’iPad Pro è destinato solo un cavo o, meglio, manca il secondo; al momento della collocazione del KeyPhonePad ero sprovvisto del secondo cavo che collocherò prossimamente; al momento lo sostituisce il cavo visibile sulla destra nell’immagine e collegato all’Hub Apanage che abilita e disabilita anche quelli che già raggiungono il KeyPhonePad evitando così di avere la scrivania disseminata di LED accesi per linee USB non in uso.

Vista di trequarti da dietro

Non c’è molto da aggiungere se non che questa inquadratura rende ancor più visibili i frutti magnetici innestati nelle prese Micro USB inserite nei supporti in legno degli iPad.

I cavi che servono l’iPad sono degli Zakpor mentre quelli dell’iPad Pro sono dei NetDot; i secondi sono leggermente più ingombranti ma hanno diversi vantaggi fra cui un LED ad anello visibile da ogni angolazione.

Disabili DOC – Il KeyPhonePad visto di trequarti

Il KeyPhonePad visto di trequarti.

L’impercettibile linea rossa alla base del KeyPhonePad è un sottile strato di panno vellutato adesivo applicato per proteggere la scrivania da eventuali graffi, ne sono provvisti anche gli elementi accessori.

Ricordo che i portapenne e il porte Shelly Button 1, visibili bene anche nella prossima immagine, sono stati stampati in 3D da Fama3D che utilizza macchine di stampa HP e, se non ricordo male, stampa a polvere e non a filo; il materiale scelto fu il nylon di colore nero opaco per un degno risultato estremamente vicino, se non identico, ad altri elementi del D-Setup.

Vista di trequarti da davanti

Qualunque cosa scrivessi mi ripeterei, vi lascio quindi all’immagine.

Disabili DOC – Il KeyPhonePad visto di trequarti ma frontalmente

Il KeyPhonePad visto di trequarti ma frontalmente.

Vista della base di ricarica wireless per smartphone

Ecco come è stata collocata la base di ricarica a tre bobine di Choetech, notate come il cavo scenda verso il “portico passacavi” per poi raggiungere un alimentatore inserito in una multipresa VOCOlinc VP2.

La fortuna vuole che questa bella base sia già andata fuori produzione… Speriamo quindi che abbia lunga vita!

Disabili DOC – Dettaglio della base di ricarica wireless inserita nel KeyPhonePad per ricaricare lo smartphone

Dettaglio della base di ricarica wireless inserita nel KeyPhonePad per ricaricare lo smartphone, l’iPhone.

In conclusione

Grazie a Simone, Felice, Daniele, Silvano, Sergio, Massimo ed Eraldo oggi ho uno stand multifunzionale che i vari produttori non hanno neppure ancora concepito quando invece farebbe comodo a molti e non certamente solo ai Disabili!

Logitech con la K780 si era avvicinata, come altri produttori, a una necessità che, come dicevo, sarebbe di molti; purtroppo però Logitech non ha guardato “al mercato” bensì solo a come rendere originale una singola tastiera.

Un KeyPhonePad “Tech & Smart” io l’ho pensato e in parte disegnato, pur mantenendo lo spirito dell’attuale dovrà essere adeguatamente diverso tanto da diventare una “plancia di comando” utile non solo ai dispositivi che ospiterà.

Il KeyPhonePad che io vorrei è un prodotto che non può essere ispirato dalla solo lettura di questo articolo…

Il mio KeyPhonePad Pro sarebbe un prodotto per Tutti!

P.S.

Questo articolo da un’idea di come operano – anche senza KeyPhonePad – molti Disabili e di come potrebbero agire con più comodità moltissimi utenti.

È quindi con molta impazienza che attendo quell’aggiornamento di macOS 12 Monterey che introdurrà “Controllo Universale”. Spero che questo articolo faccia comprendere a molti perché “Controllo Universale” deve interessare anche – almeno – gli iPhone.

Se così non sarà, “Controllo Universale” Apple lo dovrà ribattezzare “Controllo Mac ~ iPad” abbandonando “l’universalità” di un’idea che sarebbe stata geniale: “Controllo Universale”!

https://www.youtube.com/watch?v=8POhi6X8-1E

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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