Nel 1984 il computer iniziava timidamente a entrare nell’immaginario collettivo, fu l’anno del primo Macintosh e mentre Steve Jobs vestiva in giacca e cravatta per le presentazioni di quello che oggi è il Mac, fra Borgomasino e Chivasso si studiava la “pedaliera” voluta da un Disabile per gestire il proprio Apple Lisa II.
Ho sempre condiviso l’opinione che presente e futuro abbiano – o meglio, debbano avere – le radici in un passato che certifica la storia e quindi anche pensieri, idee e ancora competenze; è per questo, e molti altri motivi, che oggi vi racconterò come nel 1984 mi inventai una “pedaliera” che permetteva a me Disabile di gestire il puntatore del mouse dell’Apple Lisa II utilizzando le mie “mani migliori” a tale scopo: i piedi.
Voglia, necessità, di autonomia
Dopo aver ricevuto un’educazione che celebrava il culto del possibile, mi era ben chiaro – e feci in modo che lo capissero tutti – che non avrei passato la mia vita da Disabile grattandomi le palle, da mattina a sera, difronte a una TV.
Questo era il punto. Restava da capire come rendere possibile ciò che non lo era. Iniziai a chiedere ai miei genitori di comprarmi un computer, non erano molto convinti… Nel 1984 i computer costavano anche come un appartamento da 60 mq. ed era oggettivamente difficile dire sì a un figlio che non aveva ancora una consolidata prospettiva di lavoro tanto da giustificare una spesa così ingente.
Come dare torto a Papà Giovanni e a Mamma Franca?
C’era però un dettaglio da tenere presente: in assenza di autonomia nulla sarebbe stato fattibile!
Era una domenica pomeriggio quando, a Torino a casa dell’Ingegner Bovi, lo stesso mise alle corde i miei genitori tanto da farli capitolare. Lui, l’ingegner Bovi appoggiato dalla moglie, contribuì al mio futuro perché ben poco avrei concluso nella vita se non avessi iniziato a rendermi indipendente.
Il Dott. Mascarello di Omicron – che mai dimenticherò – capita la situazione ci vendette praticamente al costo il Lisa II per la modica cifra di 18,5 milioni di lire; l’alloggio sopra al nostro era in vendita per 19,5… Anche per una famiglia benestante erano bei soldi, tanto più se si pensava che comunque non sarebbe durato una vita quel computer. Il progresso l’avrebbe prima o poi messo a riposo.
Macintosh? No, Lisa II
All’epoca si poteva scegliere fra un computer di cui si sapeva ancora poco o nulla, il Macintosh, o scegliere il Lisa II che era già sul mercato da un po’ di tempo. Semplicemente seguimmo il consiglio del Dott. Mascarello che, a quel tempo, aveva una sua logica.
Fatto l’ordine e aperte le danze bisognava iniziare a capire come si sarebbe ballato.
Come gestire un mouse senza usare le mani?
Apple aveva introdotto un “topo” come evoluto strumento di controllo e d’azione nell’ambito di un sistema operativo che era già “fisico” nel suo primordiale ambiente dove un file e una cartella si vedevano rappresentate graficamente a video come anche l’immancabile cestino.
Ovviamente quel nuovo strumento a coda, il mouse, era logicamente pensato per essere usato con le mani. La fregatura era che io non potevo usarlo per come era stato pensato: con le mani.
Ecco che pensai a quella che ho sempre definito come pedaliera sebbene il termine non fosse etimologicamente corretto, ma molto vicino al concetto di un prodotto che sarebbe stato usato con i piedi.
Quanto vedete in foto venne disegnato su fogli millimetrati con l’aiuto di Amici e poi fatta realizzare da un falegname e non solo. Con il piede sinistro non governavo solo il Lisa II, ma accendevo e spegnevo cinque differenti fonti di energia.
Ma in tutta questa storia il posto d’onore va riservato a una persona che sarebbe diventata l’Amico che è ancora oggi: l’Ingegner Felice Aimino.
Due menti con gli attributi avrebbero realizzato quanto state per scoprire.
La “Pedaliera 1984” nel dettaglio
Io potevo anche aver pensato la pedaliera, ma questa doveva comunicare con il Lisa II e – dettaglio fondamentale – non escludere l’utilizzo del mouse che il Lisa II aveva in dotazione.
Nacque così la filosofia riassunta nell’acronimo FEP ossia For Every Person. Non ci sarebbe stato l’animale dominante – Normodotato o Disabile – ma si sarebbe realizzata una soluzione convergente e quindi pensata per il Mondo e per il D-Mondo.
A distanza di decenni questi concetti sono timidamente venduti dal mondo dell’industria e dei sevizi, ma quasi sempre e fumo negli occhi…
Guardate le immagini che seguono, così capirete meglio quanto leggerete subito dopo.
Quel contenitore, che per influsso della lingua inglese chiamiamo case, era – e resta – l’opera d’arte dell’Ingegner Aimino che, interpretando alla lettera le mie richieste, lo realizzò non solo con un cavo di alimentazione (ovvio), non solo con un connettore per attaccarvi la pedaliera, non solo con un cavo multi pista per collegarlo al Lisa II, ma lo dotò anche di un connettore al quale si collegava il mouse del Lisa II.
Questo micro controllore era quindi in grado di gestire la commutazione mano/piede rendendo così il computer integralmente fruibile da tutti.
Io usavo il piede, chi mi aiutava usava la mano: questa è reale convergenza!
Ora, però, cerchiamo di capire come funzionava la pedaliera esaminando i vari gruppi di pulsanti e interruttori, rappresentati nell’immagine seguente, oltre al solitario “S” la cui funzione svelo subito: era il selettore, commutatore, che permetteva di passare dall’uso a piede all’uso a mano e viceversa.
Prima di entrare nel dettaglio è bene spiegare perché sono partito da sinistra, con “S” e perché continuerò una lettura dei gruppi così contromano.
Il piede lavoratore è sempre stato il sinistro, per questo motivo nell’area di centro destra collocai gli interruttori che avrei premuto meno.
Quindi, oltre al solitario “S”, abbiamo il primo gruppo: gli interruttori delle velocità.
Se una mano può determinare la velocità con cui il puntatore si muove, un piede che tiene premuto un pulsante non potrà accelerare o decelerare perché semplicemente trasmetterà un input che potrebbe essere “vai a destra”.
Quindi per evitare di diventare vecchi, o anche solo annoiati, davanti al Lisa II definii tre velocità che selezionavo in base all’uso del cursore, questo poteva essere fatto anche durante un’escursione già iniziata per, ad esempio, giungere prima all’altra estremità del monitor.
Ecco spiegata la funzione del 1º gruppo di interruttori.
Spostandoci verso sinistra abbiamo invece un gruppo di quattro pulsanti che, se premuti, determinavano la direzione del cursore. Non solo, tenendone premuti due – purché non di funzioni opposte, contrarie come “vai a destra” e “vai a sinistra” – si determinavano degli spostamenti diagonali che facevano risparmiare molto tempo.
È spiegata anche la funzione del 2º gruppo in questo caso composto da pulsanti.
L’ultimo gruppo, quello a sinistra, è invece composto da tre pulsanti e un interruttore. Iniziamo l’esame sempre partendo da destra.
“1C” era il Click, il più usato degli input o comunque fra i più utilizzati.
“1P” era il Click Lock, in altre parole il pulsante restituiva l’effetto di un dito che tiene premuto il pulsante del mouse; era indispensabile per trascinamenti, spostamenti e…
“2C” era il Click Doppio, quello classico con cui si apre una cartella o si lancia un’applicazione.
“3C” era il Click Triplo, ebbene sì, il sistema operativo del Lisa II aveva anche il triplo click ; sinceramente non ricordo a cosa servisse.
Queste funzioni caratterizzavano il 3º gruppo che risultava ibrido perché composto da pulsanti e un interruttore.
È bene sapere che la distanza fra interruttori/pulsanti non era casuale. A eccezione di “S” – il solitario – tutti erano stati distanziati in funzione della larghezza di una suola di scarpa di misura 41/42 affinché fosse ridotta al minimo la possibilità da agire accidentalmente su un interruttore o pulsante.
La stessa misura era però abbastanza ridotta da consentire, usando il piede posto leggermente inclinato, di premere due pulsanti che, per esempio, avrebbero generato uno spostamento diagonale del cursore.
Nulla fu lasciato al caso!
I protagonisti di un futuro passato, oggi
Il Genio e l’Ingegnere molti anni dopo quell’avventura che mi avrebbe cambiato completamente la vita. Due persone che divennero Amiche facendo qualcosa di grande, di molto grande se si pensa che era il 1984. Gli albori di un’epoca che oggi viene data per scontata, ma che ebbe molteplici transizioni e che cambiò il mondo senza che i più se ne accorgessero da subito.
In conclusione
Per un Disabile che nel 1984 pensava e realizzava una soluzione come quella descritta, l’epoca attuale non è entusiasmante. La tecnologia ha fatto passi da gigante, quello che però preoccupa è la sua gestione.
Si fa un gran parlare di usabilità e accessibilità, ma nel concreto ci si perde in un bicchier d’acqua sia per lo scarso protagonismo dei Disabili che non esigono e sia per una visione ristretta e molto accademica dei problemi.
Apple è da sempre attenta al tema accessibilità tuttavia sembra non cogliere degli input basici che arrivano da ogni parte del mondo. Un esempio che vale come rappresentante di ciò che è fattibile ma non si fa: con iPhone 12 – nelle varie proposte – Apple ha esasperato ulteriormente la qualità e le prestazionalità di un prodotto già eccellente, ma Siri continua a non poter farvi rispondere al telefono.
La domanda è retorica, ma: «Può un assistente vocale di un telefono non consentirvi di rispondere o di agganciare con un comando vocale?»
Recentemente è stato rilasciato macOS 10.11 Big Sur che offrirà molte gioie, molte soluzioni grazie al fatto che sui Mac potranno essere usate applicazioni oggi solo disponibili per iPhone e iPad a patto che anche l’hardware sia idoneo. Se per un verso la notizia è epocale, dall’altro c’è, o ci dovrebbe essere, grande preoccupazione visto che non è detto che Apple bandirà dal suo Store le App che non avranno le carte in regola per girare sui Mac che, non essendo touch, vanno gestiti in ben altra maniera.
Già oggi, per esempio, le barre di scorrimento di WhatsApp e di Telegram, come già scritto, non sono conformi allo standard che Apple usa per macOS.
Più in generale il mondo sembra ormai bipolare, fuori di testa, visto che combattiamo delle piaghe sociali e poi autorizziamo prodotti e soluzioni che vanno contro ogni logica. Ho letto di sfuggita una notizia che consentirebbe di ricevere Netflix sui monitor delle auto se gestiti da Android; poi vogliamo ridurre gli incidenti stradali…
Se l’intelligenza avesse le ruote sarebbe bene fargli fare una riequilibratura facendo però attenzione che il tecnico guardi i valori della macchina anziché un video PiP…
La coerenza e l’onestà intellettuale dovrebbero essere patrimoni immateriali dell’Unesco.
Alla fine, però, vale l’esclamazione che segue per molti buoni motivi. Dal 1984 Apple è stata fonte di indipendenza e maggiore autonomia nell’ambito di un ecosistema che nessun’altra firma è in grado di proporre. Dettaglio non da poco…
Apple per sempre!
P.S.
Questo racconto l’ho voluto estrapolare dallo Speciale Kensington che verrà pubblicato in dicembre. Cinque articoli che faranno la storia della trackball, ne recensiranno tre e guarderanno al futuro di uno strumento che per i Professionisti è di produttività mentre per i Disabili è anche di autonomia.
Infatti nel 1990 fu proprio una trackball Kensington a prendere il posto della pedaliera costruita sei anni prima, ma questa è ancora un’altra storia…
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