L’abitazione inizia a diventare smart, domotica, partendo da: un Echo Show 5 di Amazon, un videocitofono Ring e un relè Wi-Fi Shelly 1. Vediamo nel dettaglio il perché di alcune scelte e come si è raggiunto l’obbiettivo.
Essere in grado di aprire l’ingresso di casa nostra è il primo atto di indipendente volontà di accoglienza per chi ha bisogno di raggiungerci, magari anche per un nostra necessità. Quanto leggerete nasce proprio da un’esigenza personale, ossia dalla condizione di un Disabile che, con gli anni, ha visto ridursi quelle capacità residue che sono già sempre state ridotte rispetto a quelle di un proprio simile normodotato.
Partendo da un Echo Show 5 di Amazon, un Video Doorbell 2 di Ring e un relè Wi-Fi Shelly 1 di Shelly, oltre a qualche altro materiale di supporto, ho dato vita all’avventura domotica che è risultata molto coinvolgente anche dal punto di vista della sperimentazione.
Iniziamo ora questo viaggio cultural-tecnologico e facciamolo a tappe.
La necessità: avere un videocitofono con apri porta
Erano già diversi anni che avevo la necessità di poter rispondere al citofono vedendo chi avesse suonato ed eventualmente aprirgli. Il 22 giugno del 2016 leggendo una recensione su Macitynet.it mi innamorai della Classe 300 di BTicino, chiamai l’assistenza BTicino e scoprii che la App con cui avrei potuto controllare il videocitofono era disponibile per smartphone – uso un iPhone X – ma non per Mac ossia per il computer; questa ragione oltre al costo, compresa l’installazione, mi fecero desistere.
Avevo delle pretese da Disabile con le idee ben chiare. In altre parole avevo bisogno di:
- una soluzione economica ma di qualità;
- ovviamente di un videocitofono ma che non mi obbligasse anche solo a piccoli lavori di muratura che sarebbero diventati un costo aggiuntivo;
- un videocitofono che potessi gestire tramite Mac, iPad e iPhone, quindi con due App: una per iOS e iPadOS e l’altra per macOS; (*)
- un insieme di tecnologia che mi permettesse anche di aprire la porta rimanendo seduto alla mia scrivania;
- una soluzione al passo con i tempi in grado de essere anche gestita da uno smart speaker Amazon, Google o…
(*) Chi mi conosce sa che uso solo prodotti Apple, tutto quanto leggerete è però anche compatibile con Windows e Android e il funzionamento è esattamente corrispondente.
Ora non restava che trovare una soluzione che rispondesse alle varie esigenze.
Galeotto fu il Black Friday
Convinto a risparmiare, a non spendere, mi risultava però impossibile non curiosare fra le svariate offerte del Black Friday di Amazon. Una mattina mi cadde l’occhio – tranquilli l’ho poi raccolto – sul videocitofono della Ring, il Video Doorbell 2 che vedete nel box qui a lato. Mi incuriosì e indagai. Scoprii che:
- era Wi-Fi;
- dotato di batteria poteva però essere alimentato tramite rete;
- l’installazione richiedeva solo due tasselli per fissare al muro il porta videocitofono;
- resistente alle intemperie;
- coperto da garanzia anche in caso di furto;
- ma soprattutto Ring offriva una App iOS e iPadOS – iPhone e iPad – e una App macOS ossia per tutti i Mac compreso il mio MacBook Pro 15″;
- era però anche compatibile con Alexa e quindi con l’Echo Show 5 che mi ero appena regalato approfittando di un mega sconto del Black Friday;
- non gestiva però l’apri porta elettrico (problema risolto egregiamente, vedrete poi come).
C’era un problema da risolvere: la rete Wi-Fi
Non sempre in ogni angolo della casa c’è una buona ricezione del segnale Wi-Fi, eravamo quindi certi che fosse disponibile anche in strada? Con l’aiuto di Maryam – la mia assistente personale – feci dei test di videochiamata da iPhone ad iPhone: falliti!
Era quindi necessario estendere il segnale Wi-Fi anche all’esterno dalla casa, doveva arrivare in strada. C’era quindi bisogno di un extender in grado da fungere da ripetitore Wi-Fi, non solo: doveva essere per esterni. Il Signor Alessandro – di Informatica Biella, mio negozio Apple di fiducia – mi consigliò il TP-Link RE200 che potete vedere nel box a lato.
Configurato questo ripetitore WiFi Wireless sarebbe stato risolto il problema.
Come aprire la porta?
Una gravissima lacuna delle proposte Ring è l’assenza di un pulsante/relè smart in grado di abbinarsi al videocitofono come invece è possibile fare con il campanello.
La scelta è ricaduta su un prodotto fantastico: lo Shelly 1 o Shelly One che dir si voglia. Questo relè wireless – Wi-Fi – ha molti punti di forza:
- è estremamente piccolo, in una scatola a muro con due frutti si colloca bene nello spazio lasciato dal terzo;
- lavora con i 110/230V in c.a., 24/60V in c.c. ma anche i 12V in c.c., è sufficiente impostarlo prima dell’uso;
- ha un contatto pulito dotato di ingresso e uscita;
- è programmabile da App per ricoprire il ruolo di interruttore, interruttore deviatore e pulsante temporizzato oltre ad altre sotto funzioni che ne perfezionano l’uso con la sua App Shelly Cloud
- è compatibile con Alexa, Google Home e IFTTT;
- è anche programmabile da persone esperte che possono intervenire sul suo codice Open Source, non confondete questa peculiarità con la possibilità di programmarlo da App cosa fattibile con semplicità dai comuni mortali.
Oltre agli ingredienti…
Se questo articolo fosse una ricetta di cucina, potremmo affermare di aver preparato gli ingredienti. Vediamo quindi come cucinarli.
Installazione del ripetitore WiFi
Prima di tutto è necessario scaricare su smartphone o tablet l’App Tether di TP-Link disponibile per iOS e Android. Basta poi seguire le istruzioni passo passo per eseguire l’inserimento dell’extender RE200 nell’ambito della rete Wi-Fi già esistente.
Collegandovi a questa pagina di supporto TP-Link potrete scaricare la Guida all’installazione o farvi guidare da diversi video tutorial.
Se il vostro router dovesse supportare solo la 2,4 GHz, saltate il passaggio relativo alla 5 GHz; l’RE200 creerà comunque una rete per i 5 GHz che voi non userete. Questa risulterà comunque visibile nella lista delle vostre reti Wi-Fi come potete notare dall’immagine.
L’RE200 deve essere configurato in prossimità del vostro router principale, lo ricollocherete solo dopo aver terminato la configurazione.
Avrete così modo di verificare che tutti i LED siano verdi – condizione perfetta – e che lo siano anche dopo la ricollocazione là dove dovrà ricoprire il ruolo di ripetitore Wi-Fi; nel mio caso non ho raggiunto la piena potenza, quindi uno dei LED risulta rosa ma tuttavia il segnale è ampiamente sufficiente a supportare le videochiamate con audio bidirezionale.
Personalmente – quando potrò – opterò per una soluzione che attribuisca un solo nome alla rete Wi-Fi pur avvalendosi di una base e uno o più ripetitori.
Preparazione e installazione del videocitofono e campanello Ring
La caratteristica di essere Wi-Fi e quella di essere alimentato da batteria ci permette di gestire l’installazione del videocitofono in due diverse fasi con l’opportunità di effettuare diversi test prima di mettere fuori dalla porta il nostro Video Doorbell 2.
Fase 1: impostazione del videocitofono e abbinamento campanello
Prima di tutto è necessario scaricare la o le App che si desiderano utilizzare partendo da questa pagina Ring e creare un proprio account. Ricordo che le App di Ring sono disponibili per computer – Apple Mac e Windows – nonché per smartphone e tablet – iOS e Android – così da coprire ogni vostra esigenza.
Per le operazioni di impostazione del videocitofono e l’abbinamento del campanello usate la App per smartwatch o tablet. La configurazione è semplice, vi risparmio molte parole lasciandovi però all’immediatezza di questi due video che mostrano i passaggi per iOS e Android:
Per iOS
Per Android
IMPORTANTE: se usate un extender Wi-Fi attribuite al videocitofono prima e al campanello poi la stessa rete Wi-Fi a 2,4 GHz.
Impostato il videocitofono vi basterà aggiungere ai dispositivi il campanello Ring Chime, l’operazione è breve e intuitiva.
Giunti a questo punto avrete la possibilità di testare il videocitofono e farlo su tutti i dispositivi su cui avrete installato le App Ring. Personalmente l’ho tenuto due giorni in salotto per ripetuti test su videochiamate, visualizzazioni live e verifica dei sensori di movimento; per questi ultimi è vivamente consigliabile disattivare la suoneria per evitare che ogni passante faccia suonare il campanello come se ci fosse qualcuno alla porta. I sensori di movimento con risposta acustica hanno senso se abitate in una villetta recintata nel cui giardino non dovrebbero esserci degli intrusi, in tutti gli altri casi è meglio non avere un riscontro sonoro. Per silenziarli dovrete impostare “Motion Alerts” su OF.
Qui di seguito trovate tre immagini che riproducono le schermate Ring su Mac, iPhone e iPad, ingranditele per evidenziare le varie differenze.
Nell’immagine che segue notate come la finestra della videocamera è stata espansa a tutto schermo.
Se tutto vi funziona è ora di installare il videocitofono.
Fase 2: collocazione a muro del videocitofono e messa in funzione in parallelo al vecchio impianto citofonico
La definitiva collocazione del videocitofono è veramente semplice, tanto semplice da poter essere descritta attraverso le due immagini che seguono.
Ringrazio ancora l’Amico Beppe con il quale ho anche installato successivamente il relè Wi-Fi Shelly 1.
Riflessione: grande soluzione per i Disabili che vivono in condominio!
Spesso un Disabile che abita in condominio deve fare i conti con le decisioni dell’assemblea condominiale. Forse non tutti sarebbero disposti a convertire il vecchio impianto citofonico in uno nuovo che gestisce il videocitofono.
Con il Video Doorbell 2 di Ring sarebbe molto più semplice ottenere un permesso per collocare il videocitofono accanto al quadro citofonico condominiale.
L’unico scoglio da superare sarà portare il proprio Wi-Fi sino all’ingresso del palazzo. Potrebbe non essere semplice o fattibile tanto più se si abita ai piani più alti, è però possibile chiedere una cortesia a chi abita in prossimità dell’ingresso: se una famiglia o un esercizio commerciale ci permetterà di agganciare il videocitofono al loro Wi-Fi il problema sarà risolto. Dovremo solo considerare che:
- sarà praticamente impossibile abbinare il campanello Ring Chime perché non sarà sotto la stessa rete Wi-Fi;
- teniamo però presente che a “squillare” potremmo avere: computer, smartphone e tablet che, se accesi, ci avviseranno con una sinfonia di notifiche…;
- se poi non dovessimo avere a portata di mano questi dispositivi ci basterà esclamare «Alexa, […]» oppure «Ehi Google, […]», cosa si potrebbe volere di più?!
Questa è un’opportunità da valutare!
Installazione di Shelly 1 come apri porta
Prima di ogni altra cosa dovrete scaricare la App Shelly Cloud per iOS o Android e crearvi un account. La App è molto ben realizzata e permette di ripartire i dispositivi per Stanze. Vi sono immagini di stanze generiche, io ho scelto di fare qualche scatto di casa mia e inserire così delle foto reali.
Avendo il citofono (vecchio) a pochi centimetri dal quadro elettrico, ho scelto di far lavorare lo Shelly 1 a 220V (L N) e collegare al contatto pulito (0 I) i due fili derivati dal vecchio citofono ossia quelli preposti ad alimentare il contatto dello scatto apri porta. In questo caso la posizione (SW) è rimate libera.
Tramite App Shelly Cloud ho impostato il relè smart come pulsante temporizzato a 0,5 secondi.
Fatto questo mi sono ritrovato nella Stanza Cucina il pulsante apri porta che gestisco o da App o da Echo Show 5 tramite Alexa con il comando vocale “Alexa, accendi apri porta”; è chiaro che sia assurdo “accendere” un apri porta, ma questo è un limite della Skill Shelly per il sistema Echo di Amazon.
Personalmente, dopo averlo impostato, il relè Shelly 1 lo gestisco sempre tramite Echo Show 5 con il comando appena detto.
Qui di seguito trovate un video che mi è stato molto utile e degli schemi di collegamento che potrete confrontare con quelli presenti nel video che ne propone di suoi.
Impostazione Skill Ring e Shelly per Alexa
Avendo scelto di utilizzare un Echo Show 5 di Amazon si è reso necessario integrare i dispositivi Ring e Shelly nell’ecosistema del mio Echo.
Amazon Alexa impartisce i comandi vocali o in base al proprio sistema operativo o in base a delle App denominate Skill. Sono quindi andato sulla pagina web della App Alexa e ho aggiunto le Skill Ring e Shelly Cloud.
Per ottenere l’aggiunta di queste Skill vi sarà chiesto di autorizzare/abbinare l’account che avrete creato in precedenza per Ring e Shelly. Fatto questo il vostro Echo sarà in grado di gestire i comandi vocali per tutti i dispositivi abbinati.
Quanto sopra descritto presumo sia fattibile – lo darei per certo – anche tramite smartphone o tablet, personalmente mi muovo più agevolmente e rapidamente sul mio Mac.
Alè ohoh! Alè ohoh!
Beh, a questo punto avevo risolto i miei problemi, ma cosa ancor più importante funzionava tutto egregiamente!
Però…
Cosa si può migliorare per agevolare la vita ai Disabili?
Siccome siamo agli albori di un futuro veramente smart e domotico mi sono chiesto: «Cosa si può migliorare per agevolare la vita ai Disabili?»
Mi accorsi subito di essermi posto una domanda castrata visto che dopo «… Disabili» mancava «e non».
Quanto leggerete di seguito intendetelo quindi come migliorie destinate alla quotidianità di tutti. Considerate anche che se chi non è Disabile non sente più di tanto certe necessità e solo perché agisce con una naturale disinvoltura data dal possesso di tutte le capacità residue tanto da non accorgersi che potrebbe volere soluzioni più semplici ed evolute.
Entriamo ora nei dettagli di quanto io farei per migliorare dei prodotti già eccellenti.
Chiamata “intranet” per il videocitofono di Ring
Uno dei molti limiti dell’attuale casa intelligente è la dipendenza da Internet. Il fatto che una domus per essere smart debba ineluttabilmente essere dotata di Internet e non solo di una rete Wi-Fi locale non è solamente un handicap, ma potrebbe rivelarsi un vero e proprio rischio per un domani veramente smart. Rifletteteci!
Torniamo però al nostro videocitofono Ring.
Chi vi fa visita e preme il pulsante del videocitofono in realtà non contatta direttamente voi, ma lancia una chiamata che verrà prima inviata a Ring.com che vi renderà disponibile la videochiamata richiesta da chi vi fa visita.
Se voi stessi attivate una “Live View” potrete notare – magari sul monitor del vostro Echo Show 5 – la frase «In attesa di Ring.com».
Ci sono ragioni tecniche e operative perché questo accade, una fra tutte: Ring, se richiedete il servizio, vi registra i video cosicché – per esempio – possiate rivedere chi ha suonato alla porta mentre eravate impossibilitati a rispondere.
Un altro motivo, che è anche una peculiarità del sistema, è che voi potrete rispondere a chi vi suona alla porta anche non essendo a casa; potreste trovarvi a chilometri di distanza ma poter parlare con il corriere Amazon che ha un pacco per voi.
L’idea – che in qualche modo credo realizzabile – sarebbe di dare priorità alla connessione Wi-Fi locale per azzerare i tempi di attesa e contemporaneamente contattare Ring.com per attivare la procedura oggi in essere.
Pur avendo una connessione Wi-Fi a Internet da 9 GB non è raro che la videochiamata si faccia attendere con il rischio che si pensi che non vi sia nessuno in casa.
A questo problema dovete aggiungere la lentezza d’azione di molti disabili, me incluso.
Risposta e/o visualizzazione automatica della videochiamata
Mi riallaccio all’ultima frase della sezione precedente motivando la necessità di poter definire tramite le Preferenze di Ring alcune azioni automatiche:
- Attiva visualizzazione automatica
Se l’opzione viene abilitata, l’App Ring mostrerà in automatico la finestra che ci mostrerà chi è alla porta e questa stessa finestra – su computer – sarà già di dimensioni medio grandi con i bottoni visibili. In questo caso l’audio non sarà attivo. - Attiva risposta automatica
Come per il punto precedente, con la sola variante che l’audio sarà attivo. - Attiva scomparsa automatica
Se l’opzione viene abilitata, dopo “X” secondi – definiti dall’utente – la App si nasconderà senza però chiudersi. - Attiva chiusura automatica
Se l’opzione viene abilitata, dopo “X” secondi – definiti dall’utente – la App si chiuderà.
Sarà necessario vincolare queste scelte non al dispositivo o all’account, bensì alla App che potrà avere differenti impostazioni in base al fatto che giri su computer, smartphone, tablet o smart speaker. In quest’ultimo caso dovrà essere modificata la Skill che ad oggi – almeno per quanto mi risulta – non gestisce la notifica se abbiamo qualcuno alla porta.
Alexa potrebbe invece avvisarci così: «C’è qualcuno alla porta, cosa vuoi che faccia?»
Questo ci consentirebbe di rispondere con un messaggio vocale contenente “rispondi” o “visualizza” in funzione di ciò che vogliamo e del tipo di smart speaker che possediamo.
Sarebbe veramente una implementazioni utile a molte persone!
Aggiunta di un bottone programmabile alla finestra della videochiamata
Nella finestra che ci mostra chi a suonato alla porta vi sono tre bottoni, ma ne manca uno fondamentale: l’apri porta.
In altre parole, le App Ring permettono di guardare, parlare in modalità bidirezionale, togliere l’audio e chiudere la conversazione, ma non ci fanno aprire la porta.
Capite che la questione è decisamente bizzarra se non ridicola!
Non solo, sarebbe logico inserire nella linea produttiva di Ring un articolo che facesse esattamente ciò che è in grado di fare lo Shelly 1 limitatamente alla funzione di pulsante smart. Dovrebbe solo:
- essere di dimensioni ridotte, anche più piccolo dello Shelly 1;
- facilmente abbinabile al videocitofono, come accade per il Ring Chime;
- poter essere alimentato con voltaggi alti e bassi, per esempio 110/220V o 12V.
Nell’attesa di un prodotto Ring, sarebbe interessante associare a quel bottone apri porta aggiuntivo un dispositivo attualmente in commercio come lo Shelly 1.
Questa è una di quelle implementazioni che non possono mancare nell’immediato!
Come migliorare Echo Show 5 di Amazon
Il mio Echo Show 5 è fantastico!
Vi ricordate lo spot di Amazon dove la protagonista è una splendida ragazza cieca? Con quello spot Amazon ha comunicato due realtà:
- l’attenzione verso il D-Mondo;
- e una propria grandezza correlata alla sensibilità e stile comunicativo dello spot stesso.
Purtroppo, anche nelle mega società come Amazon manca un dipartimento di D-Consulting. Se Amazon accoglierà la mia richiesta per avere in omaggio un certo numero di dispositivi Echo dimostrerò come, alla prossima revisione, potranno essere resi FEP – For Every Person – ma senza alcuna esclusione (o quasi)!
In conclusione
Le idee e i consigli non sono critiche. Questo articolo parla di prodotti veramente eccellenti, se non lo fossero non li avrei acquistati e, tanto meno, gli avrei dedicato dell’attenzione attraverso un articolo.
Come ho dichiarato nell’Editoriale e nella Copertina di questo mese, il vero scopo di questi speciali è racchiuso in una domanda: «Come posso aiutare?»
Bisogna vedere se la risposta sarà: «Partecipando!»
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