Scrive Lucia: «Mio marito da voi ha incontrato persone speciali»

Fonte – «Sono Lucia, moglie di un paziente ricoverato a seguito di un ictus emorragico nel Polo Riabilitativo Specialistico della “Fondazione Don Gnocchi” di Tricarico (Matera). Qui mio marito, seguito e curato con professionalità ed umanità dallo staff, aveva superato tante difficoltà e raggiunto notevoli progressi. È ritornato a casa con grande gioia e soddisfazione. Sono stati mesi bellissimi, che ha vissuto intensamente, circondato dall’amore dei suoi cari con parenti ed amici.
La situazione appariva sempre più ottimale e soddisfacente e volgeva al meglio fino a quando un altro ictus lo ha colpito inaspettatamente, cancellando tutti i benefici che aveva ottenuto con grande sforzo e fatica.
È accaduto l’irrimediabile! Speravamo ancora una volta in una ripresa, ma purtroppo non ce l’ha fatta, ha smesso di lottare dopo tante sofferenze, lasciando un vuoto incolmabile.
Solo ora, ad un anno e mezzo dalla sua scomparsa, nonostante il dolore sia ancora molto vivo, riesco a scrivere, anche a nome dei miei figli, parole di ringraziamento per il bene che abbiamo ricevuto da tutti.
Grazie di cuore a tutto il personale: primario, medici, caposala, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, operatori socio sanitari, per l’eccellente lavoro svolto durante la permanenza di mio marito in questa prestigiosa struttura.
Non potrò mai dimenticare l’accoglienza calorosa al nostro arrivo, la gentilezza, la sensibilità e serietà, il sostegno morale che noi familiari abbiamo ricevuto: era diventato fiducioso e sicuro perché sorretto da autentici e veri professionisti che si sono impegnati al massimo per alleviare le sue sofferenze.
Ricordo ancora il suo grande impegno e la sua collaborazione nel percorso riabilitativo e le nostre emozioni nel rivederlo in piedi a muovere i primi passi, nel sentire la sua voce e pronunciare le prime parole. Mio marito aveva migliorato tantissimo le sue condizioni e, sorridendo alla vita, era tornato ad essere quello di sempre: allegro, espansivo, ironico, positivo ed affettuoso verso tutti.
Si sentiva un uomo fortunato per aver incontrato persone speciali, di grande nobiltà d’animo che, unita all’alto livello di professionalità, gli hanno consentito di vivere una situazione difficile senza avvertirne il peso, perché si era sentito accolto come in una famiglia, dove è stato aiutato e curato.
Ora non è più con noi, ma sarebbe stato felice di sapere che sono stata capace di scrivere queste parole con cui spero di essere riuscita a trasmettere, anche da parte dei miei figli, gratitudine e riconoscenza per il bene ricevuto da uno staff meraviglioso».