Come si può comprendere il mondo dei non vedenti? Cerco di spiegarvelo attraverso le mie esperienze dirette.
Avevo 20 anni e lavoravo all’INPS, quando ho avuto il primo contatto con le persone non vedenti: un collega cieco, all’epoca si definivano così, era anche un ottimo massaggiatore, proprio perché aveva “compensato” la mancanza della vista con una particolare e straordinaria sensibilità tattile e manipolativa. Un giorno, scendendo con lui in archivio, ero rimasta sbalordita dalla sua totale disinvoltura nel scendere le scale al buio; mi aveva letteralmente spiazzata e avevo dovuto fare i conti con la mia incapacità di apertura mentale.
Nel corso degli anni successivi, in uno dei tanti corsi d’aggiornamento per insegnanti di educazione fisica, qual ero, avevo seguito l’esperimento di escludere volontariamente e temporaneamente l’uso di uno dei cinque sensi, per immedesimarmi di volta in volta in un paraplegico, girando ad esempio per strada su una sedia a rotelle, in un cieco, bendata e accompagnata da un compagno e così via. Questo aveva favorito la concentrazione e l’attenzione sulle sensazioni degli altri organi di senso, accentuando la percezione di segnali luminosi, tattili, sensoriali, olfattivi, visivi e propriocettivi. Nel riproporre gli esercizi ai miei alunni il non vedere e, quindi, l’esclusione della vista, li disorientava particolarmente, sia per la totale mancanza di riferimenti sia per l’obbligo di fare affidamento ad altri nel farsi guidare. In un mondo, come il nostro, basato quasi esclusivamente sul dominio di questo senso risulta difficile “attivare” gli altri organi percettivi, come l’udito, il tatto, l’olfatto e/o altre sensazioni spesso “addormentate” e poco stimolate nella quotidianità.
Solo ultimamente ho assistito in più occasioni a cene “al buio”, dove le persone bendate non potevano distinguere ciò che veniva loro offerto nel piatto e spesso le varie pietanze venivano assaporate e mescolate tra loro senza un vero nesso logico. Per i non vedenti, invece, la posizione del cibo rispetta precise regole: con il linguaggio dell’orologio analogico si crea un quadrante immaginario per descrivere ogni pietanza, per esempio i piselli sono a ore 3:00, la carne è a ore 06:00 e così via. Nei miei viaggi avevo avuto modo di osservarli, mentre con le mani cercavano il bicchiere, che normalmente si trova all’una rispetto al piatto, o il coltello e la forchetta, che sono posizionati stesi dalle «sei» alle «dodici» l’uno, alle «nove» del piatto e l’altro alle «tre».
Ma l’emozione più forte è stata quella di attraversare lo scorso anno il “Dunkel Parkour” (letteralmente Percorso al buio) dell’Unione Ciechi di Bolzano, un grande spazio molto articolato, che riproduce fedelmente un ambiente montano in miniatura con ruscelli, alberi ricostruiti e oggetti di uso quotidiano. Entrando in un buio assoluto e totale, io, disabile motoria, mi sono dovuta affidare a un non vedente al quale mi appoggiavo per non perdere l’equilibrio, mentre con le mani dovevo identificare di volta in volta ciò che incontravo, oltre a riconoscere sotto i piedi i vari terreni. Le sensazioni provate sono state talmente intense, da uscirne stordita e disorientata, quasi paralizzata per la perdita pressoché assoluta di orientamento spazio – temporale. Avevo, forse, realizzato per la prima volta cosa voleva significare vivere nel mondo dei non vedenti ed è per questo motivo che ho accettato molto volentieri di presentare il mio libro “Vita al rallenty” presso il loro centro. Non potevano vedere il video preparato per le successive presentazioni, né potevano vedermi, quindi ho portato fisicamente gli ausili utilizzati nella mia riabilitazione, affinché potessero manipolarli o toccarli. Infine, e di questo devo ringraziare Nikolaus Fischnaller, autore di due splendidi volumi: “Vedere con gli occhi dell’anima” e “Parla affinché ti veda” sono riuscita ad entrare in contatto con la sede de “Il libro parlato” di Roma per “tradurre” i miei scritti in audio-libri, letti da un’attrice, per permettere al mondo dei non vedenti di poter ascoltare le mie parole.
Da allora continuo a diffondere l’opuscolo “Sai come fare? Piccoli consigli nella relazione con persone non vedenti”, stampato grazie al Comune di Bolzano, oltre a spiegare che non esiste il mondo dei non vedenti, come non esiste quello dei disabili. Tutti viviamo nello stesso mondo, il nostro mondo, anche se per via delle possibilità e dei mezzi di ciascuno, ognuno vive in modo diverso.
«Si vede bene solo con li cuore. L’essenziale è invisibile per gli occhi» (A.de Saint Exupery)
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