La copertina di questo mese è dedicata a tutti quei Disabili che non hanno problemi a definirsi tali, a tutte quelle famiglie che non hanno problemi ad accettare un figlio Disabile e a ogni persona che è in grado di osservare un Disabile e comprendere che è semplicemente un suo simile con ridotte capacità residue.
In Italia siamo bravi a dare il bianco su muri cadenti, su muri marci. Forse per questo è nata la definizione di «Diversamente Abile». Una follia che ha dilagato coinvolgendo gli stessi Disabili, le loro famiglie, le associazioni di categoria, i giornalisti, il mondo della politica e tutte quelle realtà che per un motivo o per un altro si dovevano aggrappare alla falsa dichiarazione fondata sul “Diversamente”.
Cari colleghi, fra di voi ci saranno quelli che rifiutano la definizione di «Diversamente Abile» ma molti di voi l’hanno accettata. Accettando questa falsità avete armato la mano di chi non ha fatto nulla per noi e di chi continua a non fare nulla per noi perché sebbene in maniera “diversa” fa comodo pensare che ci possiamo aggiustare.
Sempre molti di voi danneggiano la nostra categoria sostenendo che le parole, alla fine dei conti, non hanno molto peso ma che l’importante è … Sbagliate!
Le parole sono lo strumento per una giusta comunicazione, sono come bocconcini di carne e di verdura infilzati su uno spiedino. A seconda di come comporrete lo spiedino lo gusterete in un modo o nell’altro; nello stesso modo una frase potrà avere un “gusto intelligente” o un “gusto deficiente”.
La lingua italiana è una lingua importante che ha diffuso la cultura nel mondo. Non è una lingua semplice da imparare, da gestire e da intendere. Ha delle regole ben precise ed è propio in base a queste regole che dobbiamo cancellare dal D-Mondo la definizione di «Diversamente Abile».
Qui di seguito vi propongo un testo che scrissi per Città Ideale e che tratta proprio della incredibile e inaccettabile definizione di «Diversamente Abile». Quanto leggerete è stato pubblicato per la prima volta l’8 novembre 2007 in un articolo dal titolo “Città Ideale & DDoc – Un editoriale Speciale, incomincia la “Guerra” all’inesistente …” che inserii in quello che allora era il mio Blog “DisabileDoc.it” che oggi rivive al plurale in questo Magazine.
Bene, leggete, riflettete, condividete, commentate, criticate ma siate Protagonisti!
Città Ideale & DDoc – Un editoriale Speciale, incomincia la “Guerra” all’inesistente …
Cerchiamo di capire e denunciare un “falso ideologico” che ci danneggia da anni e che ha fatto scempio della nostra stessa lingua. Un abuso perpetrato a fin di bene o una furba manovra socio economica?
Sono sempre più convinto che molte persone non sono qualificate per trattare l’argomento Disabili come son sempre più dell’idea che lo debbano fare i diretti interessati. Negli ultimi trent’anni l’Italia ha affrontato problemi “storici” come il terrorismo, la mafia, i conflitti sociali, l’emergenza AIDS e tutte le innumerevoli calamità naturali. Ha dovuto, ha dovuto per violenza subita da una mano armata di pistola o siringa infetta o perché il terreno ha tremato tanto da radere al suolo intere aree.
Carlo Filippo Follis
In Italia si agisce perché obbligati dal dramma, dalla violenza che potrebbe colpire la società, quella che esce di casa la mattina e torna la sera dopo il lavoro, quella che esce la sera per cena e poi va al cinema, l’Italia del vecchio spot Martini: quella che vive!
Qua e là lungo l’italico stivale stivale esiste un nostro simile, il Disabile, che spesso non esce di casa, non ferisce, non uccide, non infetta e nemmeno protesta. Molti non possono, molti non vogliono per timore di esser visti ancor più Diversamente, molti tacciono perché glielo dice la mano che soffia loro il naso, che li nutre o che li pulisce dopo aver defecato. I Disabili son come tutti gli altri, possono essere canarini o cocorite oppure rapaci con lo sguardo penetrante, ma quasi sempre in una gabbietta più o meno dorata dalla quale è difficile uscire. Anche chi è Falco ha il laccetto alla zampa …
Mentre altri animali combattevano fieri per se stessi noi ci piegavamo ai gestori stolti di una realtà difficile da comprendere se non la si vive. I cambiamenti sociali degli ultimi anni li abbiamo pagati cari più degli altri. Se la violenza era una emergenza, una necessità evidenziata sotto voce, con timidezza e rispetto portò alle origini di un dramma oggi invisibile agli occhi dei più …
Prima, era vera cultura
Ho ricordi nitidissimi della mia giovinezza ed in particolare dei meravigliosi sette anni trascorsi a Milano presso l’Istituto Don Carlo Gnocchi. In quel passato c’era il vero futuro, la lucidità di descrivere e vivere le situazioni per quelle che erano. Un giovane prete, Don Carlo, nel dopo guerra volle quella struttura per i suoi “mutilatini”. Io arrivai nel 1969 quando l’emergenza bellica era un ricordo degli inizi. In quegli anni i Disabili erano diventati i protagonisti di una Fondazione che prima di curare il corpo educava la mente, soprattutto quella dei famigliari …
Io ero Carlo Filippo, per molti solo l’uno o l’altro, o Pippo nomignolo che non so bene da dove giunse, ma che ancor oggi ricordo. Ero però anche qualcosa di Diverso per essere lì: ero un Disabile.
Uno di quelli che avrebbe potuto far tutto nella vita, uno dei tanti a cui la mitica Signora Bianchi, con tutto il resto del collegio, aveva infuso il culto del possibile, quell’umanistico credo che diventava il carburante delle nostre azioni: lucida follia. Così ho sempre chiamato la forza per giungere dove si vuole e si può arrivare. La vita non è un gioco facile per nessuno, c’è anche chi è negato per il gioco, ma c’è anche chi ha voglia di sbancare a Monopoli. Mi insegnarono a giocare con le giuste regole ben sapendo che la partita sarebbe stata più dura, ma non impossibile. Tutto ciò che facevo l’ho realizzavo con le mie capacità residue e con quegli attributi mentali che mi erano stati formati negli anni. Mai ho agito per Diverse Abilità!
Qualcosa stava però erodendo le fondamenta di una sana ed utile cultura.
«Si può fare molto anche essendo Disabili, basta non negare la propria condizione dietro a parole vuote come “Diversamente Abile” o “Diversabile”. Per cambiare bisogna agire, non ribattezzare …»
Il dramma
Sul finire di quel felice periodo a Milano iniziava a tirar un’aria non buona, carica di sabbia che finiva negli occhi di tutti. Iniziò il periodo nuovo, la nuova era, l’integrazione dei Disabili nelle scuole. Quel mondo che mi accolse nel 1969 si stava restringendo, molti la mattina salivano sui pulmini per raggiungere scuole esterne.
In quel periodo il potere giunse nelle mani di Psicologi, Intellettuali e legislatori che, come oggi, si guadagnavano la pagnotta giocando con la pellaccia altrui. Bisognava innovare! Cambiare!
Presto si dovette anche prendere atto, come in altri casi, che la patata si era fatta bollente.
Strutture come il Don Gnocchi erano preparate a gestire la realtà del Disabile, altre no. Occorreva un rimedio immediato …
Si inventarono le Diverse Abilità
L’incapacità di un manipolo di stolti con la fretta di firmare una pagina di storia creò tanti danni da dover infinocchiare la società tutta a danno di una categoria: i Disabili.
Nacque così una nuova specie: i Diversamente Abili!
Senza aggiunte anagrafiche si creò una nuova popolazione, dei mutanti sulla carta, ma non nelle azioni. Si iniziò a raccontar la storiella del Diversamente Abile e, come sempre accadde in Italia, la bufala attecchì!
Non solo, continua nel tempo ed inorgoglisce presentatori, conduttori, giornalisti e tutti quelli che credono d’aver capito chi veramente era il Disabile delle caverne poi evolutosi in Diversamente Abile.
Il problema è che la posizione eretta giunse a chi l’aveva già, come tutto il resto … Però una gran cosa si era fatta: si era riverniciato di fresco un intonaco cadente da anni e tutti iniziarono a gridare: “Che bello!”.
… ma chi è il Diversamente Abile
Potrebbe essere la Fata Turchina, l’Unicorno bianco, Peter Pan o … L’importante e credere che esista! Chissà, forse si trova proprio solo nell’isola che non c’è …
… ma cosa può fare il Diversamente Abile
Solamente tutto ciò che può fare un Disabile, né più e né meno! C’è però un’aggravante: adesso la società ci crede Abili quindi può lavarsi le mani e non ottemperare a quei doveri a cui si sottrae da anni …
I Disabili corresponsabili
I Disabili e le loro famiglie sono i primi corresponsabili di questo scempio linguistico e falso ideologico. Chissà, forse la Diversa Abilità è uno scudo, una protezione alla più cruda realtà? Mi auguro che un Genitore o un Figlio Disabile non debbano ricorrere alla menzogna per sentirsi più accettati in società.
La nostra categoria, e chi ci tutela, dovrebbe provar vergogna nella negazione di una realtà inequivocabile! I Neri d’America non si sono definiti Diversamente Bianchi per affermare i loro diritti come i Gay non si sono mai definiti Diversamente Etero e …
Se siete veramente convinti di essere Diversamente Abili e non riuscite a mangiar da soli provate a non ricevere aiuti chissà che non diventiate Diversamente Sfamati. La stessa prova fatela con tutto ciò che non potete fare. Forse comprenderete che accettare di esser definiti Diversamente Abili è un insulto alla dignità della persona Disabile che fa sempre e solo ciò che può in base alla volontà che ha!
Diversamente “V Day”
Scrivo questo articolo dopo i clamori della manifestazione che ha organizzato il comico Beppe Grillo. Se in Italia è questa l’ultima frontiera della comunicazione provate a mandar “affanculo” chi vi da del Diversamente Abile! Spiegategli però il perché del viaggio, altrimenti vi abbasserete solo a mal parlanti senza scrivere una riga di tentata cultura …
Per concludere
Fare diversamente qualcosa vuol dir comunque che sebbene in maniera differente la si fa. Non vendiamo a prezzo di liquidazione la nostra Dignità e le nostre Necessità, non avvalliamo una falsità storica frutto di incapacità, ignoranza e ladrocinio. Cerchiamo per quanto ci è concesso in base alle nostra singole capacità di essere protagonisti nell’azione e non in un falso ideologico.
Infine diffidate di chi afferma di vedervi come tutti gli altri, quanto meno diffidate delle sue diottrie e ricordate che chi accetta la condivisione della vostra condizione è principalmente chi non ha neppur la necessità di parlarne …
Il discorso io l’ho iniziato, voi proseguitelo e siate sempre dei Disabili DOC!
Carlo Filippo Follis
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