Sembra che gli stragisti dell’ISIS siano di mentalità aperta e che non discrimino fra normodotati e Disabili. Ciò che importa è uccidere. Una particolare parola di cordoglio va a Valeria Solesin, ricercatrice italiana presso la Sorbonne.
Il problema dell’inclusione dei Disabili nella società è un tema ricorrente che sta a cuore a chi vuole vedere partecipe della vita sociale i Disabili. Inclusione scolastica, inclusione lavorativa e anche inclusione affettiva e relazionale; tutto questo desiderato per una vita più completa.
Spesso questo desiderio viene meno per la cecità e la stupidità di una società che si crede affrancata dal problema della disabilità. Purtroppo anche la strage al Bataclan dimostra che la disabilità può giungere quando essa stessa lo decide: a causa di un grave incidente traumatico, per una malattia genetica latente ma anche a causa di una storia scritta dalla stupidità dell’essere umano quindi dai postumi di una mitragliata o dall’esplosione di una bomba.
Molte notizie hanno messo in evidenza come gli stragisti dell’ISIS abbiano preso di mira, per primi, un gruppo di Disabili che erano collocati in una posizione privilegiata del teatro. Questa loro collocazione particolare dettata da specifiche necessità è valsa a loro il diritto di essere i primi di una carneficina operata da mani vigliacche.
La vigliaccheria non sta nell’uccidere un Disabile ma risiede nell’azione terroristica. Le guerre sono aberranti, da condannare, ma nella loro bestialità hanno un codice comportamentale, delle regole spesso narrate anche da storie che ricordano come due nemici, uno di fronte all’altro, hanno agito con etica seppur bellica.
L’ISIS ha reso martiri dei Disabili che non sarebbero probabilmente giunti alla storia senza quei colpi di Kalašnikov che i jihadisti hanno scaricato sui loro corpi e su tutti quanti erano presenti nel teatro.
Jihadisti vigliacchi, in grado di agire meglio su “topi in gabbia” perché il Bataclan fu proprio quel contenitore di “topi da macello” che i vigliacchi dell’ISIS hanno schiacciato con più facilità avendoli raggruppati ben comodi nelle poltrone di un teatro che limitava l’azione di fuga.
I Disabili, in questa umana follia, sono stati protagonisti di un rispetto che spesso non hanno. Nell’orrore di una strage vive un atteggiamento di mentalità aperta, non discriminante, dove tutti sono uguali di fronte alla morte.
Forse fra quei Disabili c’era chi viveva il problema o dell’inclusione lavorativa o dell’inclusione affettiva. La follia ha regalato loro un protagonismo “fulminante”, una presenza che rimarrà nella storia.
La morte di quei Disabili non è solo l’unico messaggio che dovrebbe recepire la società. Come abbiamo già sottolineato più volte su Disabili DOC il giornalismo e tutti coloro che fanno informazione e cultura spesso non fanno passare un messaggio importante: «La disabilità è un evento storico dal quale nessuno è immune. È la disabilità che decide chi dovrà cambiare vita, è lei che decide un nuovo futuro fatto di limitazioni che spesso mal si accetteranno.».
La Francia piange, il mondo le è vicino e l’Italia ha la sua vittima: Valeria Solesin. Valeria, giovane ricercatrice presso la prestigiosissima Università parigina de La Sorbonne, è rimasta uccisa da quegli stessi colpi che hanno “regalato” l’emozione della partecipazione a quei Disabili che per primi videro la morte.
La scienza definisce tre regni a cui appartiene tutto ciò che è stato creato, per i credenti da Dio per tutti gli altri da un Big Bang di molti milioni di anni fa. Questi regni sono: animale, vegetale e minerale. Per ovvi motivi, non essendo l’essere umano un minerale o un vegetale è sicuramente un animale.
Stiamo però attenti a definirci bestie perché con questa affermazione, consapevoli o inconsapevoli, insultiamo tutte le altre razze animali che non avranno ciò che noi abbiamo, la ragione, ma che certamente sono molto “meno bestie” di noi che ci siamo evoluti sviluppando il giusto della morte, dell’assassinio e delle stragi non finalizzate alla sopravvivenza bensì al predominio.
Se il mondo fosse dei Disabili non dovremmo scrivere di stragi. Il Disabile nella sua incapacità di agire non potrebbe gestire certe barbarie. Proprio perché non riesce a ledere la società è il fanalino di coda di chi riesce a ottenere e rivendicare i propri diritti. Chi non uccide, chi non infetta o comunque chi non riesce a determinare una lesione più o meno grave alla società avrà meno voce in capitolo per i propri diritti: questa è la storia degli ultimi trent’anni dei Disabili italiani.
Oggi però i nostri pensieri vanno a tutti coloro che sono morti nelle varie stragi parigine e a quanti sono sopravvissuti ai loro cari. Disabili DOC non esporrà la bandiera francese come non ripeterà la frase “Je suis Charlie” perché riteniamo siano inutili e forse anche nauseabonde manifestazioni che spesso si sostituiscono alla necessità di un’azione più diretta e risolutiva.
L’essere umano continuerà a essere massimamente deficiente e il progresso lo aiuterà in questo. Non possiamo quindi essere ottimisti per un futuro basato su un presente che sembra non aver compreso nulla dalla storia sin qui vissuta.
All’età di sei anni entrai in collegio a Milano, al Don Gnocchi, lì rimasi per sette anni. Avevo amici, amici del cuore, provenienti dall’Africa, dal Vietnam e da molte altre parti del mondo. A cavallo fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 io vivevo quella globalizzazione con la quale molti oggi si sciacquano la bocca senza comprenderne il significato.
Pensare che quarant’anni dopo si debba assistere a una guerra di religione, di potere, di supremazia fra ceppi etnici e culturali è veramente di una tristezza inaudita. Forse non si sono prese bene le misure di questo mondo che ha spazio per tutti ma che ci dovrebbe vedere vivere in pace e sereni. Tutto questo però pare sia sempre più utopia.
Chiudo con un saluto a chi è caduto sotto le mitragliate dei Kalašnikov ma soprattutto a chi dovrà sopravvivere ai loro cari sapendo che sono morti per mano di vigliacchi e folli quando invece avrebbero potuto vivere la loro vita.
Image Credits: Tgcom24
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