Presentati i primi risultati delle analisi effettuate nello spazio da Samantha Cristoforetti durante la Missione Futura nell’ambito del progetto Wearable Monitoring.
Fonte – La Fondazione Don Gnocchi ha presentato a Milano – nel corso della 37^ edizione della conferenza annuale della IEEE Engineering in Medicine and Biology Society (EMBS), uno dei più importanti appuntamenti mondiali dedicati alla ricerca biomedicale – i primi risultati delle analisi effettuate nello spazio da Samantha Cristoforetti durante la Missione Futura nell’ambito del progetto “Wearable Monitoring”, promosso dalla Fondazione Don Gnocchi e svolto in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano.
L’obiettivo di “Wearable Monitoring” è approfondire le conoscenze sui meccanismi fisiologici del sonno in microgravità: in particolare, il progetto si propone di studiare l’andamento nel sonno dell’attività elettrica e meccanica del cuore, dei livelli di attivazione del sistema nervoso autonomo, della respirazione e della temperatura. I dati sono stati rilevati e raccolti attraverso un indumento sensorizzato, denominato MagIC-Space, sviluppato nel Laboratorio dei Sensori Indossabili e Telemedicina di Milano della Fondazione Don Gnocchi.
Nell’ambito del convegno, l’esperimento “Wearable Monitoring” è stato al centro di uno specifico mini-simposio che si è tenuto il 27 agosto (insieme ad altri due esperimenti denominati “Blind and Imagined” e “Drain Brain”) al quale ha partecipato l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e che ha avuto un ampio e vivace seguito da parte dei congressisti. La sessione, intitolata “Biomedical Technology in Space: Results from the Futura Mission of the Italian Space Agency”, è stata moderata dall’ingegner Salvatore Pignataro dell’ASI, direttore della Missione Futura, e dall’ingegner Marco Di Rienzo (nella foto) della Fondazione Don Gnocchi, organizzatore dell’evento e Principal Investigator dell’esperimento “Wearable Monitoring”. Durante la sessione sono stati illustrati i dettagli dell’esperimento, i risultati sull’utilizzo di MagIC-Space e le prime elaborazioni dei dati raccolti.
«Per quanto riguarda gli aspetti tecnologici – spiega l’ingegner Di Rienzo, – MagIC-Space è stato progettato in modo da integrare gran parte dei sensori e dei fili all’interno della maglietta e questo ha permesso di semplificare il setup iniziale del dispositivo, ridurre il tempo-astronauta necessario per la preparazione dell’esperimento e migliorare il comfort durante il monitoraggio nel sonno. Inoltre, il corretto funzionamento del sistema, unito all’accurata esecuzione del protocollo sperimentale da parte dell’astronauta, hanno permesso di ottenere un’alta qualità dei segnali raccolti in tutte le 7 registrazioni effettuate durante il sonno in volo (per un totale di 42 ore) e nelle 4 registrazioni di controllo effettuate a terra».
L’analisi dei dati è iniziata nelle settimane successive al rientro dallo spazio e al momento risulta principalmente focalizzata su due aspetti della fisiologia del sonno: «Con la prima analisi – aggiunge Di Rienzo, – attraverso lo studio del ritmo cardiaco si sta valutando la presenza di particolari attivazioni del sistema nervoso autonomo che possono provocare dei microrisvegli dal sonno e quindi peggiorarne la qualità. Con la seconda analisi, attraverso la rilevazione frequente (200 volte per ogni secondo) delle piccolissime vibrazioni prodotte sul torace dal battito del cuore, si sta studiando se il cuore modifichi il suo ritmo e la sua capacità a contrarsi e rilasciarsi durante il sonno in microgravità rispetto a quanto accade nel comodo letto di casa. Il termine delle analisi è previsto nel corso del 2016».
I risultati di “Wearable Monitoring”, oltre ad avere attinenza con la presenza umana nello spazio, potranno avere importanti ricadute anche a terra: «È proprio così – conclude Marco Di Rienzo. Nel mondo occidentale una persona su quattro soffre infatti di disturbi del sonno, sulla cui natura non sempre si hanno conoscenze certe, e che spesso richiedono monitoraggi complessi. Quindi gli approfondimenti conoscitivi e il dispositivo di monitoraggio del progetto potrebbero facilitare la diagnosi remota dei disturbi del sonno presso il domicilio del paziente, nell’ambito di servizi di telemedicina».
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