Nel paese di Arzano, popoloso comune dell’hinterland a nord di Napoli, una donna ha sequestrato il suo meno focoso amante. Donne e uomini “bollenti” cercasi per il D-Mondo.
La notizia è stata diramata dall’ANSA e la utilizziamo per scrivere un articolo semiserio che però vuole proporre spunti di riflessione che non sempre faranno sorridere. La nostra testata si è già occupata, e lo farà ancora, dell’assistente sessuale per Disabili e di come il D-Mondo patisca una vita priva di affettività e di semplice vita sessuale applicata.
Se da qualche parte vi sono signore e uomini in grado di soddisfare le esigenze della D-Fame, cercate di leggere fra le righe, si propongano a un mondo che sarebbe ben felice di sfamarli e lo facciano prima di commettere dei sequestri che potrebbero causare loro dei guai con la giustizia.
Ovviamente questo invito è puramente ironico sebbene vi sia la reale possibilità di correlare i mondi che vivono solitudini e carenze affettive o sessuali attraverso i canali già esistenti.
Prima abbiamo parlato di assistente sessuale, ossia di una figura che non è in grado di soddisfare le pulsioni di un corpo che cerca puro piacere. Abbiamo solo citato questa figura per quanto è all’ordine del giorno la necessità da parte dei Disabili di scoprire il proprio corpo per poi dare sfogo alle proprie esigenze sessuali.
Da quando vige la legge sulla privacy esiste anche una regola per la quale identificare una precisa caratteristica, un distinguo, della persona sia considerato non lecito proprio a tutela della privacy.
Questa legge non tiene conto che vi è una condizione, quella dei Disabili, la cui caratteristica non può sempre essere tacita perché altrimenti non sarà possibile dichiararsi come tali per legittime necessità.
Nei siti di incontri finalizzati per trovare un partner anziché semplici momenti allegri non vi è la discriminante che può domandare agli utenti: «Uscireste con una persona Disabile?».
Se da una parte c’è da chiedersi chi – a caldo – potrebbe dire di sì, dall’altra parte c’è da considerare che la semplice lettura di quella domanda potrebbe indurre a una inconsueta riflessione: «… ma allora potrei anche costruirmi una relazione con una persona Disabile? Come sarà? Provo?».
Se la nostra signora napoletana – quella dell’articolo ANSA – ha chiuso nello scantinato il proprio amante che non voleva prestarsi ai piaceri della calda amante vi è la possibilità che, come si diceva prima, due mondi si possono incontrare per soddisfare le proprie esigenze. Dopo tutto un detto popolare, leggermente revisionato, recita: «Fare del pene fa bene!».
Tutti speriamo in una relazione lunga e duratura che ci accompagni per tutta la vita. Molti però non l’avranno mai come altri non la vorranno mai per paura che si interrompa per motivi di stanchezza sul lungo percorso.
Se alcuni potranno essere felici nel trovare un’anima gemella attraverso un sito di incontri e iniziare un cammino lungo altri potrebbero semplicemente completare la propria vita con relazioni meno impegnative e sicuramente meno squallide rispetto a rapporti mercenari.
Come sempre alla base del problema vi è una cultura stereotipata riguardante la figura del Disabile. I Disabili che riescono a vivere bene sono primariamente quelli che hanno saputo vincere i loro timori e hanno osato sviluppare – in questo caso – rapporti di coppia o relazioni passionali.
Affinché tutti i Disabili possano beneficiare di una vita migliore dobbiamo iniziare a costruire i presupposti affinché si insinui nella mente di tutti – Disabili e Normodotati – che apparteniamo veramente a un’unica realtà e che quindi potremmo vivere quello che molte volte solo speriamo.
Testimonianze di persone di cui non possiamo fare i nomi, hanno più volte dichiarato che i Disabili sono buoni amanti – le esatte espressioni non ve le possiamo ripetere – ma soprattutto e spesso si sottolinea la qualità e la completezza di un rapporto che sebbene breve, in alcuni casi, è sempre stato ricco di una umanità non riscontrabile in altre situazioni. Questo deriva dal fatto che le relazioni sono di entrambi i soggetti sono bisognose di elementi che completino una carenza che spesso non è solo un’esigenza fisiologica.
Ritorneremo sull’argomento partendo da presupposti meno goliardici ma più legislativi affinché si possa suggerire quanto è necessario.
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