In questo periodo estivo si leggono molte notizie tutte esaltanti la condizione del Disabile, alcune in senso molto positivo altre invece in senso molto negativo. Qual è la vera fortuna dei Disabili che riescono a vivere una vita qualitativamente accettabile?
Spesso attribuiamo alla società le responsabilità di come i Disabili vivono. Siamo quindi portati a pensare che tutto dipenda da una cultura collettiva. Questo è vero, bisogna però fare una puntualizzazione che è dovuta per onestà intellettuale: la società vede il Disabile per come il Disabile si mostra.
Che il Disabile si mostri o che venga mostrato al mondo dalla propria famiglia è di secondaria importanza, quello che realmente interessa è la percezione che avrà il mondo del Disabile. Un Disabile inserito in una famiglia che lo ha completamente accettato e che lo supporta nelle sue necessità – e ancora lo incoraggia a vivere tutte le esperienze che può fare per le capacità residue che ha – è un Disabile positivo, un Disabile che ha e che dimostra successo nell’ambito della propria vita.
I genitori di un Disabile sono con esso stesso il vero grande strumento, base e trampolino di lancio, per vivere una vita che possa dirsi vissuta e non sopravvissuta.
In questi giorni leggiamo di Disabili che conseguono grandi successi a livello sportivo in Italia e all’estero e anche di come lo sport unisca il mondo della disabilità a quello che ricorda la collettiva normalità; leggiamo di Disabili che intraprendono viaggi turistici anche avventurosi o di altri che si sottopongono a prove importanti per mettere a dura prova i propri limiti.
Per tante notizie positive ve ne sono altrettante che sono l’esatto opposto. Per esempio vi sono Disabili che non escono di casa da mesi perché i loro genitori non possono o non vogliono sobbarcarsi la fatica di gestire il proprio figlio in mobilità forse anche avvalendosi dell’alibi che non tutte le città sono completamente adeguate al trasporto di chi è Disabile.
Vivere tutta una vita segregati in quattro mura è decisamente alienante, non tanto per la condizione di reclusi quanto per la costante e ripetuta dipendenza da mani che ti gestiscono con la volontà o con l’incapacità di vedere che tu Disabile hai bisogno di altro.
Quelle stesse mani sono quelle che ti condizionano a livello mentale, sono quelle che ti fanno comprendere giorno dopo giorno che non puoi fare tutta una serie di cose e tu Disabile inizi a credere che sia vero perché di fatto non le fai.
Invece chi affianca un Disabile ha l’obbligo di inculcargli nella mente il culto del possibile, quel culto che porterà il Disabile a tentare ogni cosa per capire se è veramente in grado di riuscire. I genitori – quelli DOC – spendono molte energie, si consumano, sottraggono molto tempo a quello che loro stessi vorrebbero fare pur di non negare al figlio le opportunità che può avere.
Disabili DOC ha inevitabilmente una linea editoriale che coincide con il pensiero di chi la ha definita. Talune volte è ferrea, inflessibile, critica e spesso non lesina parole forti laddove è necessario. Questo perché siamo convinti che si sia veramente sprecato molto tempo a fare parole e ragionamenti di circostanza anziché incidere realmente per creare una cultura che potesse includere il Disabile nel vivere di tutti.
Disabili DOC è nato per essere la vostra voce, è nato per raccontare le vostre storie e per elencare le vostre necessità sotto forma di legittimi desideri. Spesso si parla di diritti dei Disabili ma non si parla mai dei doveri che i Disabili hanno.
Il primo dovere di un Disabile è quello di vivere da protagonista testimoniando la propria esistenza e mettendo anche in evidenza le necessità che ha. Le pretese devono però giungere da un’azione concreta che lo pone, se la sua disabilità lo consente, al centro della propria vita. Si può essere protagonisti anche facendo passare la propria azione attraverso le mani di chi ci aiuta, di chi permette di agire ma noi dobbiamo essere coloro che muovono quelle mani.
Per capire questo articolo, per far vostro quanto scritto, seguite la nostra striscia quotidiana “Selezione News” e noterete prima di tutto la quantità di articoli che vengono dedicati ai Disabili e poi comprenderete come vi siano realtà molto antitetiche fra di loro. Talmente diverse da descrivere un D-Mondo diviso in due e quindi con Disabili più fortunati e con Disabili molto meno fortunati.
Comprenderete anche un’altra cosa: nel 2015 si fanno ancora molte parole e ci si interroga ancora su argomenti che dovrebbero essere dimenticati e archiviati nel cassetto dei problemi risolti mentre invece, di anno in anno, si ripetono le stesse parole non risolvendo niente. Questo perché manca il vero, tangibile e pesante Protagonismo del Disabile.
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