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Intervista a Paolo Badano creatore di Genny la “Biga” per Disabili

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«La disabilità è cambiata», questo è il concetto che esprime Paolo Badano attraverso Genny 2.0. Scopriamo Genny attraverso le parole del suo creatore.

D: Dott. Paolo, oggi parliamo di Genny 2.0. Iniziamo dalla “scintilla”, cosa l’ha portata a immaginare una soluzione così unica?

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano nella sua azienda

Paolo Badano seduto sulla sua seconda creazione MONO e alle spalle ha tante Genny che aspettano di essere ultimate.

R: Può sembrare assurdo, ma la scintilla, ciò da cui tutto è partito è stato l’incidente in moto, ormai più di 25 anni fa. La condizione da seduto che il trauma mi imponeva, e su cui non potevo fare nulla, mi ha comunque da subito fatto capire che gli schemi legati alla sedia a rotelle sono davvero troppo limitanti ed obsoleti, in tutti i campi: dall’estetica, alla funzionalità, alla tecnologia. Perciò il mio obiettivo è stato quello di migliorare la mia mobilità quotidiana e migliorare la mia esperienza di vita.

Per lungo tempo ho cercato delle soluzioni che facessero al caso mio, senza però imbattermi mai in progressi di alcuna rilevanza. Solo nel 2009, per puro caso, la mia attenzione fu rapita da un mezzo elettrico di nome Segway PT, un mezzo auto-bilanciante dotato di due sole ruote ideato dall’americano Dean Kamen.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano

Un primo piano dell’uomo che ha fatto della sua sopraggiunta disabilità una fonte di ispirazione per creare un prodotto innovativo che servisse le sue necessità e che rispondesse a quelle di tutto il “popolo dei seduti” con eguali esigenze.

Essendo Segway un mezzo che impone la posizione eretta da parte del suo utilizzatore, l’idea che ho avuto è stata quella di rendere fruibile questa tecnologia anche al “popolo dei seduti” (come ormai preferisco definirci).

Per oltre due anni ho lavorato e collaborato a questa realizzazione prima nel mio garage, poi affrontando con determinazione le problematiche che mano a mano si presentavano e mantenendo come obbligo primario la garanzia di sicurezza per i futuri utilizzatori di Genny (perché nel frattempo mi accorgevo di quanto Genny facesse presa sulle persone che come me cercavano una soluzione alternativa alla mobilità, ed erano tante!).

Genny è partita da qui, da un primo prototipo che avevo immaginato e voluto per me e basta.
Con il Segway e la seduta che avevo montato mi ritrovai a percorrere più e più volte la salita che mi separava da casa di mio fratello al mio garage e che fino ad allora mi era parsa insormontabile.

Oggi mi rendo conto di essere stato decisamente incosciente, ma quella scintilla è diventata Genny!

D: Fra disabilità e Segway pt, qual è stato l’elemento maggiormente ispiratore? Oppure la tecnologia di Segway è le necessità derivanti dall’essere Disabile si sono fuse per concretizzare un progetto dal sapore più tecnologico ed evoluto rispetto al solito “ausilio”?

R: Decisamente la seconda, ovvero l’insieme delle due cose. Genny è il prodotto della necessità di un uomo che si è poi reso conto di poter condividere la sua idea con altre persone nella medesima condizione.
Sì certo, devo anche ammettere di essere un uomo piuttosto tenace!

D: Ho valutato a fondo la sua Genny. Io proprio non riesco a definirla una carrozzina. Mi concede di vederla come una biga dotata di sella per Disabili e persone con la necessità di spostarsi velocemente e pigramente in determinati ambiti anche aziendali? La vedo come una soluzione “estesa”, sbaglio?

R: Assolutamente, potrebbe diventare una soluzione comoda ed efficiente anche per le situazioni che descrive, ma credo sia una strada difficile da percorrere anche per un certo retaggio culturale…

Al momento ci concentriamo prevalentemente sul mondo delle persone con un certo tipo di disabilità, persone come me che non si ritrovano nell’utilizzo della comune sedia a rotelle.

Muoversi guardando sempre a terra per non rischiare il puntamento delle piccole rotelle anteriori negli avvallamenti, avere sempre le mani occupate (spesso sporcandosi), non poter andare in spiaggia: tutto questo può essere causa di grande frustrazione con il risultato che spesso chi usa la sedia a rotelle si muove poco e malvolentieri di casa.

Pensiamo solo a quando piove: è già fastidioso in generale per chiunque andare in giro con l’ombrello; una persona con disabilità il più delle volte è costretta a bagnarsi, perché la comune sedia a rotelle rende difficoltoso compiere più azioni insieme, come tenere in mano un ombrello e muoversi su un marciapiede. Spesso diventa rischioso quando devi affrontare terreni scivolosi, piccoli gradini o piccole discese.

Per questo definisco Genny una rivoluzionaria: Genny risolve davvero tutte queste problematiche all’istante.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano in piazza ricorda “Ballando sotto la pioggia”

Paolo Badano in piazza ricorda “Ballando sotto la pioggia”. Genny, infatti, permette di avere le mani libere e potersi anche riparare dalla pioggia.

D: Il design è superbo, combinazioni ed accessori rendono Genny adatta a tutte le stagioni e versatile dalla città alla spiaggia e ancora sulla neve. Cosa non si può fare con Gennny?

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano sulla sua Genny ha riacquistato il piacere di “vivere” la spiaggia

Paolo Badano sulla sua Genny ha riacquistato il piacere di “vivere” la spiaggia.

R: Tornare ‘a correre’ in spiaggia grazie a Genny, per me che sono di Savona e che ho sempre vissuto il mare in modo viscerale, è stato davvero uno dei momenti più emozionanti di sempre.

Ci avevo rinunciato perché con la sedia a rotelle era davvero impossibile anche solo immaginarmi in quell’ambiente… le ruote che affondano nella sabbia, essere accompagnato da qualcuno… Magari con la ricerca di una soluzione adatta e sicura presto riusciremo anche a salire o scendere le scale con Genny, che al momento è l’unica cosa che non può fare!

D: Il corpo come joystick, la soluzione è geniale. Cosa è obbligatoriamente gestibile con le mani?

R: Forse sarebbe più corretto dire che con Genny il corpo è ‘quasi’ un joystick. Per muovere Genny in avanti su un percorso che non prevede curve è sufficiente l’utilizzo del corpo mentre per curvare a destra e sinistra Genny è dotata di un manubrio.
Per orientarlo non servono entrambe le mani, io ad esempio per muovere il manubrio utilizzo l’avambraccio, mentre con le mani faccio altro. C’è poi il tasto di accensione e spegnimento, anche quello si gestisce con la mano. Ma sono tutti gesti decisamente intuitivi… ve lo assicuro!

D: La particolarità della domanda giunge dalla presenza di Disabili – come me – che camminano con difficoltà e hanno più padronanza di movimenti in un piede anziché nelle mani. È allo studio una soluzione per poter gestire altrimenti i comandi manuali? Magari con un comando a fiato o pulsanti gestibili con la punta della scarpa?

R: L’idea di studiare una Genny ad hoc per persone con lesioni diverse dalle mie, e anche più gravi o che coinvolgono la parte inferiore del corpo esiste da diverso tempo, ma come sa per sviluppare tutto questo servirebbero finanziamenti e ricerche che attualmente non siamo in grado si sostenere. Perciò tutti i nostri sforzi sono rivolti, in questo momento, a rendere Genny il più possibile sicura ed efficiente. In futuro ci concentreremo su soluzioni alternative e che affrontino un’evoluzione destinata a più persone con disabilità possibili.

D: Lei, con la sua genialità, a concepito Genny. Potrebbe farci un racconto esperienziale di 5 minuti di utilizzo dall’accensione allo spegnimento?

R: È difficile descrivere a parole ciò che ho provato e che provo ogni volta che vedo gli occhi di chi sale in sella a una Genny. È davvero un’emozione indescrivibile vedere come, in pochi minuti, le persone che provano Genny cambiano radicalmente il proprio punto di vista nei confronti della vita e della disabilità. Questo video, secondo me rende molto bene l’idea… molto più delle parole! È la mia prima volta in spiaggia, su Genny, dopo l’incidente.

D: Genny è bella da vedere ma credo aiuti anche il Disabile ad “apparire” meglio. Genny è tecnologia e non à sapore di ausilio. Quanto per lei il design aiuta a vivere meglio la disabilità?

R: Genny, oltre che funzionale, è bella: è un aspetto su cui abbiamo lavorato tantissimo. Anche i colori sono sgargianti e si allontanano dai tradizionali colori scuri e anonimi delle sedie a rotelle. Uno degli obiettivi di Genny è quello di portare avanti un concetto totalmente nuovo di disabilità: associare la parola Design a Disabilità.

Non è solo un problema di estetica ma anche culturale: il Design di Genny sposta l’attenzione dell’interlocutore dal problema della mobilità della persona alla magia del mezzo che sta portando.

E’ come se la tradizionale compassione nei confronti di una persona disabile si trasformasse, negli occhi del prossimo, in ammirazione e perfino desiderio. Questa potrebbe essere veramente una nuova chiave di lettura, e a mio parere (insieme all’autonomia) la via reale e concreta verso l’integrazione.

Spesso incontro ragazzi per strada che mi chiedono di poterla provare e che quasi quasi la vorrebbero acquistare perché è bellissima. Dubito che possa succedere con una comune sedia a rotelle…

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano con due colleghi “seduti”

Genny 2.0 consente al “popolo dei seduti” una maggiore disinvoltura nella mobilità e il gusto di apparire – ma soprattutto di essere – più dinamici.

D: Qual è il costo medio di una Genny e quali soluzioni combinate esistono per le varie esigenze? Genny è trasformabile all’abbisogna o deve vivere per come la si ordina? Per esempio più “da strada” o da “fuori strada”.

R: Non mi piace mai parlare di soldi.
Alle persone che provano Genny dico sempre «Prima provala, poi eventualmente parliamo di prezzo e quant’altro…», questo perché il suo valore va ben oltre il discorso economico e soprattutto perché mi piacerebbe che tutti salissero su Genny pensando solamente al suo valore aggiunto in termini di miglioramento della qualità della vita.

Detto questo, sul nostro sito, o contattando i nostri Genny Point, si possono reperire tutte le informazioni a riguardo e sulle agevolazioni per assistiti Inail ed Asl. Esiste la versione da strada, Genny 2.0, e la versione “Off Road”, denominata Xroad.

Anche scrivendo una mail forniamo tutti i dettagli, oppure contattando il numero 019 80.66.80. Rispondiamo sempre volentieri a tutti coloro che desiderano avere informazioni più approfondite.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano nel deserto

La versione X-Road di Genny non teme veramente alcun terreno, dal bosco al deserto per vivere anche il piacere di “camminare” sulla neve senza alcun problema. Genny 2.0 X-Road è praticamente un “personal fuoristrada”.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano nel deserto

… seguitemi!

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano per funghi

Siete mai andati per funghi essendo obbligati a utilizzare una carrozzina?

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano in una piazza con una pavimentazione accidentata

Paolo Badano in una piazza con una pavimentazione accidentata, Genny non teme dislivelli o irregolarità nella pavimentazione.

D: Ora non le formulo una vera e propria domanda, le chiedo di raccontarci tutto quello che sin qui non abbiamo esaminato inclusi prodotti e soluzioni complementari a Genny o indipendenti che la sua società è in grado di proporre.

R: Un altro mezzo che abbiamo lanciato da poco è MONO, una carrozzina manuale super-leggera progettata e costruita interamente dal nostro Team. Anche MONO è una vera e propria innovazione in questo segmento perché può conformarsi alle più svariate necessità posturali senza l’utilizzo di utensili. Per approfondire invito tutti a visitare il nostro sito Gennymobility.com/mono

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano percorre, mano nella mano, il lungo viale dell'Expo 2015

Paolo Badano percorre, mano nella mano, il lungo viale dell’Expo 2015.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano spinge un passeggino

Paolo Badano spinge un passeggino, se utilizzate Genny potete fare anche questo.

D: Io, come lei, sono Disabile. Da sempre cerco di “dare la caccia” ai nostri colleghi affinché si possa creare un gruppo di menti in grado di proporsi come soggetti capaci di fare D-Consulting e dimostrare che si può molto anche essendo Disabili. Quale invito potrebbe lanciare lei per “stanare” chi si mostra meno ma avrebbe molto da raccontare?

R: Le rispondo, più che con un invito, con una frase che mi piace usare e che sento molto: Il Mondo non ha bisogno delle tue opinioni, ma del tuo esempio.

Disabili DOC – Genny Mobility – Paolo Badano presenta la sua Genny durante un Expo

Paolo Badano presenta la sua Genny durante un Expo.

In conclusione

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About Author

Sono nato il 25 febbraio del 1963 ed a 23 anni ho coronato il mio primo sogno d'impresa: un'attività commerciale che durò per circa vent'anni. Dopo un periodo sabbatico fondai nel 2009 Ideas & Business S.r.l. che iniziò la sua opera come incubator di progetti. Nel 2013 pensai di concretizzare un sogno editoriale: realizzare un network di testate online. DisabiliDOC.it è la seconda testata attiva dal 16 febbraio 2015. Altre già pensate e realizzate prenderanno vita pubblica nei prossimi mesi. Per ora scrivo per passione come per passione ho sempre lavorato per giungere alla meta.

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