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Monfardini premiato a Chicago: è la prima volta per un italiano

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Premiato il Prof. Silvio Monfardini a cui è stato conferito il “B.J. Kennedy Award and Lecture for Scientific Excellence in Geriatric Oncology” al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

Disabili DOC – Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus, Prof. Silvio Monfardini

Il Prof. Silvio Monfardini, direttore del Programma di Oncologia Geriatrica dell’Istituto “Palazzolo-Fondazione Don Gnocchi” di Milano.

Fonte – Prestigioso riconoscimento internazionale per il prof. Silvio Monfardini, direttore del Programma di Oncologia Geriatrica dell’Istituto “Palazzolo-Fondazione Don Gnocchi” di Milano, a cui è stato conferito il “B.J. Kennedy Award and Lecture for Scientific Excellence in Geriatric Oncology” al 51° Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) svoltosi nei giorni scorsi a Chicago.
Il premio, attribuito per la prima volta a un oncologo italiano, riconosce il contributo decisivo nella ricerca, diagnosi e trattamento del cancro negli anziani. Il professor Monfardini è un autentico esperto di livello internazionale e autore di più di 340 pubblicazioni scientifiche, di cui oltre 95 nel settore dell’oncologia geriatrica.

Nel 2014 in Italia sono stati diagnosticati 365.500 nuovi casi di tumore. Il 60% del totale delle neoplasie colpisce gli anziani oltre i 65 anni ed oltre il 70% delle morti per tumore si verifica in questa fascia di età.
«Nel nostro Paese – spiega il prof. Monfardini – finora non è stata riservata sufficiente attenzione a questa popolazione di pazienti, a differenza di quanto avviene ad esempio negli Stati Uniti, in Francia, in Olanda e in Belgio. Serve un cambio di passo e iniziative concrete che coinvolgano questi pazienti. L’accesso alle cure diventa più difficile con l’avanzare degli anni. E gli anziani sono esclusi dalle sperimentazioni cliniche dei farmaci innovativi. Per questo molto spesso non sappiamo come risponderanno ai nuovi trattamenti».

«Alcune aree specifiche devono essere migliorate – continua Monfardini –. Ad esempio, è fondamentale diminuire in questi pazienti il rischio operatorio con una valutazione geriatrica prima dell’intervento. Un aiuto potrebbe essere offerto in casi selezionati per alcune neoplasie dalla cosiddetta Radiologia Intervenzionale, meno invasiva, ma sono troppo pochi gli studi per i pazienti anziani in questo ambito. Un altro settore che merita particolare attenzione, finora sottovalutato, è quello costituito dagli anziani lungosopravviventi, per cui i controlli di follow up dovrebbero anche considerare gli aspetti legati ad altre malattie associate e i difetti funzionali non solo quindi quelli oncologici. Infatti il 39% degli italiani che convivono con una precedente diagnosi di tumore (quasi 900.000 persone) ha un’età compresa tra 60 e 74 anni, il 34% è over 75 (oltre 750.000 persone). In quest’ultima fascia di età, la percentuale di cittadini con diagnosi di neoplasia è particolarmente elevata (il 19% degli uomini e il 13% delle donne). E mancano sperimentazioni sui pazienti fragili, non autonomi, che rappresentano almeno il 25% degli over 70».

Il prof. Monfardini è stato presidente della Società Europea di Oncologia Medica (1984-1987), dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (1986-1988) e della Società Internazionale di Oncologia Geriatrica (2003-2004). Ha diretto l’Oncologia Medica dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova ed è stato direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Napoli e del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano.

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