È un esoscheletro quello voluto dalla Fondazione Don Gnocchi e dall’Istituto di Biorobotica del Sant’Anna. Un progetto finanziato dalla Comunità Europea.
Spesso ci soffermiamo su quanto capita nel mondo perdendo di vista l’operato di centri d’eccellenza italiani quali la Fondazione Don Carlo Gnocchi e l’Istituto di Biorobotica del Sant’Anna. Queste due importanti realtà, grazie a un finanziamento delle Comunità Europea, stanno portando avanti lo studio di un esoscheletro robotico destinato a persone amputate.
Dopo un periodo di sperimentazione in uno dei centri Don Gnocchi si guarda ora all’utilizzo di Cyberlegs nell’ambito della quotidianità e sul terreno della vita reale. Questo permetterà di comprendere quanto bisognerà ancora raffinarlo affinché dia il massimo ai futuri utilizzatori.
Al progetto collaborano anche l’Università di Lubiana, la Libera Università di Bruxelles e l’Università Cattolica di Louvain. Nicola Vitiello – capofila del progetto – dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna dichiara:
È uno strumento per aiutare chi ha difficoltà a camminare, come anziani o persone che hanno subito un’amputazione. Una sorta di assistente capace di seguire in maniera “trasparente” i movimenti e supportarli.
E aggiunge:
Ora vogliamo testarlo nella vita di tutti giorni, ossia verificarne il funzionamento in ambiente quotidiano. Una volta pronto sono fiducioso che questo progetto potrà essere disponibile a tutti.
L’esoscheletro non avrà il compito di sostituirsi alla motorietà della persona quanto il compito di integrarla supportando i movimenti naturali del corpo.
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