Se l’essere Disabili in molti casi impedisce di giungere alla vita di coppia sicuramente mancherà anche la gioia di sentirsi genitore.
La scorsa settimana, il 19 marzo, si è festeggiata la festa del Papà. Per molti Disabili è una festa indiretta, non vissuta in prima persona perché non si è genitori. Le relazioni e i loro frutti sono uno dei maggiori talloni d’Achille per il Disabile.
Provate ad immaginare la vostra vita senza la prospettiva di una famiglia o, se già l’avete, provate a cancellare dalle vostre immagini le figure che oggi sono la vostra famiglia, la vostra vita.
Cosa rimarrebbe di quella pellicola che è la vostra vita? Senza quei protagonisti come si trasformerebbe la trama?
Ognuno darà le proprie risposte a queste domande. A me è mancato non diventare un marito ed un padre. Però sono un felice Papi in 2ª di 3 splendide ragazze: le mie 3 Rose.
È sempre meraviglioso poter dare l’amore che abbiamo dentro, forse è ancor meglio che riceverlo. Purtroppo per diventare Papà bisogna essere in due – biologicamente parlando – anche se però c’è una seconda via: l’adozione a distanza.
È un’esperienza che ho vissuto con Intervita, è appagante! Il tuo bimbo o la tua bimba magari non li vedrai mai, non li incontrerai mai ma cresceranno con te in quella cornice che, di tanto in tanto, vedrà giungere una nuova foto e ti si renderai conto che stai facendo crescere una creatura.
Vivrete anche la sensazione di essere utili perché semplicemente lo sarete. Noi che spesso dobbiamo chiedere supporti da mattina a sera saremo i pilastri, i punti di riferimento per quelle giovani vite.
Vi consiglio un articolo di Maria Iannciello: «Festa del Papà 2015, il ruolo del padre tra passato e presente».
Scriviamo anche noi, per quanto possibile, parte di questa evoluzione. Cosa ne pensate!?
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